Mix di vaccini? Perplessità di Cartabellotta e caos comunicativo nelle regioni

Il Presidente della Fondazione Gimbe spiega: "Le prove scientifiche di questo metodo sono limitate a 4 piccoli studi che hanno dato esito positivo"

Medicina
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La seconda somministrazione del vaccino, per chi ha fatto AstraZeneca, sta diventando surreale. Prima gli annullamenti dell’ultima ora in Lombardia, spiegati da Letizia Moratti con esigenze di “chiarezza e tutela dei cittadini”, poi la presa di posizione tranchant della Campania di Vincenzo De Luca.

Un pasticcio comunicativo che non fa bene a nessuno e che una volta di più pone il tema del superamento della riforma del Titolo V° della Costituzione, che ha affidato alle regioni la competenza sanitaria: da quando è scoppiata l’emergenza Covid-19, la necessità di una regia unica a livello statale è apparsa inderogabile, anche per evitare inaccettabili disparità nel trattamento sanitario nei confronti di cittadini di una o dell’altra regione. Se in Germania da tempo si sta facendo la vaccinazione “eterologa”, ovvero mixando la prima dose di un tipo con la seconda di un altro, i nostri scienziati dono dubbiosi sull’adozione di questo metodo, peraltro invocato anche dal ministro Speranza.

Il Presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, ricorda: “AstraZeneca nella fase iniziale era indicato per i soggetti sotto i 55 anni, poi si è passati agli under 65, poi è subentrato il problema degli effetti avversi soprattutto nei più giovani, quindi il famoso profilo rischio-beneficio cambia a seconda delle fasce d’età, ma anche a seconda della circolazione del virus. Le trombosi sono più frequenti nelle fasce più giovani e molto più rare sopra i 70 anni, quando c’è una circolazione del virus più bassa la possibilità di finire in terapia intensiva e di morire diminuisce per tutta la popolazione, ci sono fasce d’età dove il rischio-beneficio potrebbe non essere accettabile soprattutto se ci sono altri vaccini a disposizione”. 

Intervenendo a Radio Cusano Campus, Cartabellotta ha aggiunto: “Le maggiori perplessità sono dovute al famoso mix di vaccini. Ad oggi, i bugiardini dei vaccini finora approvati non sono stati finora modificati. Non abbiamo alcuno studio controllato e randomizzato, quindi ad oggi le uniche evidenze scientifiche che abbiamo, oltre a basi razionali sia immunologiche che biologiche, sono 4 studi piccoli che complessivamente hanno arruolato un migliaio di pazienti che dimostrano che la reazione dopo il mix di vaccini è buona e non ci sono effetti avversi rilevanti. Il Cts dice: 'Si ritiene raccomandabile l’utilizzo di un vaccino mrna alle persone sotto i 60 anni'. Un parere possibilista è diventata una raccomandazione perentoria e su questa alcune regioni hanno espresso dei dubbi. Fino a quando Aifa non modifica i bugiardini, il mix di vaccini è a tutti gli effetti off label (al di fuori delle condizioni autorizzate dagli enti predisposti)".

"Nella mia visione noi oggi avevamo 3 possibilità sulla seconda dose per chi ha fatto la prima con Astrazeneca: non ti fai la seconda dose e rimani coperto al 70%, oppure fai la seconda dose col vaccino Astrazeneca, oppure fai la seconda dose col vaccino mrna, con un consenso informato su quali sono i rischi-benefici. Io mi chiedo come avverrà il sistema di vaccino vigilanza in questa vaccinazione creativa. Alcune Regioni hanno detto che non faranno il mix di vaccini, perché vogliono una maggiore sicurezza. Le evidenze scientifiche oggi su questo argomento sono ancora preliminari e mantengono un certo margine di incertezza”.