Sanità, malati costretti a curarsi fuori regione. Il governo su questo tace

La crisi della sanità pubblica continua ad essere sotto gli occhi di tutti: le fughe per curarsi fuori regione aumentano del 27,6%

di Redazione Medicina
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Sanità, la buona notizia per i medici riguarda lo "scudo penale". In arrivo un emendamento ad hoc

La crisi della sanità pubblica continua ad essere sotto gli occhi di tutti. La carenza di medici e la mancanza di fondi complicano sempre di più la situazione. Un dato che fotografa queste difficoltà è rappresentato dalla gente costretta a cambiare regione per ricevere delle cure. Dal 2020 al 2021 l’incremento di questo fenomeno - si legge su La Stampa - è stato del 27,6%, con circa 800 mila emigranti della salute che hanno portato la spesa complessiva attribuibile alla mobilità sanitaria da 3,33 a 4,25 miliardi.

Questa pratica riguarda soprattutto i cittadini del Sud, che tornano a fare la valigia per curarsi al Nord come facevano prima dello tsunami del Covid che negli anni più duri della pandemia ha fatto calare anche quelli che una volta venivano chiamati "viaggi della speranza". Gli ospedali più ambiti dai pazienti in arrivo soprattutto da Campania, Calabria e Sicilia sono quelli di Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, dove si cercano soprattutto strutture per ricoveri ad alta complessità - tumori tra tutti - scegliendo in modo prevalente le strutture del privato accreditato piuttosto che quelle pubbliche. Ma più di un euro su due di quei soldi finisce nelle casse del privato.

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Su questo il governo tace e la situazione continua a peggiorare. La buona notizia per i medici, invece, - prosegue La Stampa - arriva sul fronte giudiziario. Subito, già in settimana con un emendamento al decreto Milleproroghe, è in arrivo uno scudo penale che protegga i medici dalle cause penali per colpa lieve ma anche da quelle per errori gravi quando si lavora in condizioni di difficoltà, perché manca il personale o i macchinari sono obsoleti.

Una protezione che si pensa di estendere anche all’attività libero professionale. Poi tra qualche mese sarà la volta di una riforma vera e propria del contenzioso medico-legale, da un lato dando più spazio allo strumento della conciliazione, dall’altro - come è nei desiderata del ministro della Salute Schillaci, meno del titolare della Giustizia Nordio - aprire le porte del processo penale solo nei casi di dolo.