Vaccini, il rischio del ritorno in Europa di poliomielite e morbillo

L’allarme lanciato dal Centro europeo per il controllo delle malattie

di Daniele Rosa
(foto Lapresse)
Medicina

Vaccini, il rischio del ritorno in Europa di poliomielite e morbillo

Oltre 20 anni fa l’Europa si era dichiarata ufficialmente libera dal flagello della poliomielite, un qualcosa di irreversibile, così come era successo con il vaiolo. Ed invece non sembriamo ancora liberi da questa minaccia perché il virus non vuole scomparire mantenendo focolai in paesi, fortemente popolati, come Nigeria, Pakistan ed Afghanistan. Un rischio, potenzialmente forte, come sottolineato dal Centro europeo per il controllo delle malattie (ECDC).

Il suo direttore Andrea Ammon lo ha detto in modo ben chiaro perché “ Fino a quando ci saranno gruppi di popolazione che non saranno vaccinati nei paesi europei, la polio non sarà eradicata nel mondo e il rischio che ritorni in Europa rimarrà. Come pure rimarrà il morbillo, il cui virus molto trasmissibile, potrebbe insinuarsi in tutte quelle popolazioni non sufficientemente vaccinate. Anche il morbillo era praticamente sparito ma dati i livelli non ottimali di copertura vaccinale in diversi paesi, è probabile che in futuro assisteremo a un aumento del numero di casi segnalati nell'UE".

Vaccini, mancano ancora vaccinati in Europa per le due patologie

Per entrambe le patologie la copertura vaccinale risulta molto irregolare. Nel caso della poliomielite, sebbene 23 dei 29 Stati visionati abbiano una copertura di oltre il 90%, l'ECDC stima che quasi 2 milioni e mezzo di bambini tra i 12 e i 24 mesi non hanno ricevuto tutte le tre dosi tra il 2012 e il 2021. Le persone non immunizzate possono rappresentare potenziali rischi di focolai di poliomielite paralitica in caso di importazione del virus o di una circolazione generalizzata nella popolazione. Quali sono i Paesi europei che non hanno completato le tre dosi? Romania (11,7%), Austria (10,7%), Islanda (8,9%), Polonia (8,5%), Germania (8,3%), Bulgaria (8,2%).

Quelle invece meglio coperte dal vaccino sono: l’Ungheria (con solo l'1% delle persone senza il regime completo), Belgio (1,6%), Malta (1,9), Svezia (2,4%), Cipro (2,7%), Francia e Slovacchia. (3,1%). La Spagna, con il 4,4%, è leggermente al di sotto della media: 5,5%. Questo sviluppo a macchia di leopardo delle vaccinazioni non dipende dallo sviluppo socio economico dei paesi ma da quanto siano forti i movimenti anti vax. Il rapporto dell’ECDC, per quanto riguarda invece il vaccino, sottolinea che il 93% della popolazione europea ha una dose e l'89% entrambe. Durante il Covid, i tassi di immunizzazione sono diminuiti in 15 paesi di due punti percentuali.

Solo cinque paesi (Ungheria, Norvegia, Polonia, Portogallo e Slovacchia) superano il 95% delle vaccinazioni. "Il morbillo- si legge nel rapporto- colpisce tutte le fasce d'età, ma la maggiore incidenza è nei bambini al di sotto di un anno. In genere sono troppo giovani per ricevere il vaccino e dovrebbero quindi essere protetti dall'immunità di gregge. Nel 2022, l'80% dei 127 casi segnalati si è verificato tra uno e quattro anni in bambini non vaccinati”.

Vaccini, la pandemia ha dato voce ai movimenti no-vax 

La pandemia ha dato voce ai tanti movimenti no vax. “Tutti questi dati sono preoccupanti -conferma Jesús Pérez, presidente dell'Associazione spagnola di vaccinazione-stiamo facendo uno sforzo per superare il 95% nella vaccinazione, necessario per raggiungere l'immunità di gregge. Se questa tendenza al ribasso continua, è molto probabile che assisteremo a focolai di morbillo. E’ una malattia molto contagiosa e quando comincia a essere rilevata è segno che le vaccinazioni stanno andando fuori strada. Per vedere casi di poliomielite ci vorrebbe più tempo e tassi di vaccinazione peggiori, ma sarebbe ancora più preoccupante, perché è una malattia molto grave. 

L'ECDC sta cercando di sensibilizzare sul tema vaccinale “Sono essenziali sforzi continui per identificare le lacune immunitarie nelle persone di tutte le età, specialmente nelle popolazioni difficili da raggiungere come rifugiati, migranti, richiedenti asilo. È necessario accelerare gli sforzi per migliorare le campagne di immunizzazione e promuovere l'accettazione  dei vaccini, unica difesa a ritorni di malattie che si pensava ormai debellate”.

 

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