Antola (Municipio 3): "Più donne al vertice per una società più equa"

La presidente del Municipio 3 di Milano Maria Caterina Antola celebra l'8 marzo come giornata di impegno: "La vera parità parte dalla famiglia"

Maria Caterina Antola
Milano
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Antola (Municipio 3): "Più donne al vertice per una società più equa"

Wikimilano incontra i protagonisti metropolitani: Maria Caterina Antola è in consiglio di Zona 3 dal 2011, quando è stata la più votata di Milano, ed ora è al suo secondo mandato come presidente del Municipio 3, alla guida di una coalizione formata dalle liste Partito Democratico, Beppe Sala Sindaco, I Riformisti, Europa Verde e La Sinistra per Sala Milano Unita.

Buongiorno presidente, intanto una domanda di stretta attualità. Come Municipio 3 avete qualche iniziativa di accoglienza o sostegno ai profughi ucraini?

Certamente abbiamo espresso come Municipio la nostra solidarietà al popolo ucraino che sta vivendo questo incubo. Siamo pronti a rispondere attivamente a tutte le richieste che arriveranno dal Comune. Garantiremo la nostra presenza come abbiamo sempre fatto, anche con la pandemia. In questa fase però ritengo utile coordinarsi e non prendere iniziative autonome.

Quando nasce la passione politica? Quali sono stati i fattori che l’hanno convinta la prima volta a candidarsi?

Ho sempre avuto una predisposizione all’interesse e all’impegno politico-sociale. Fin dagli anni del Liceo e durante gli anni dell’Università sono stata attiva nel movimento femminista, studentessa di Giurisprudenza poi avvocata civilista con interessi per il diritto di Famiglia. Con le figlie piccole, l’impegno è proseguito nella scuola. Nel 2011 mi è stato proposto di candidarmi e, dopo averci pensato su un attimo, ho scelto di accettare. E’ un’attività che mi interessa, mi coinvolge e sono felice di dedicarvi tutto il tempo necessario, che non è poco.

Avvocato, madre, impegnata in politica. Come ha conciliato questi tre impegni? Per le donne ancora non è scontato.

Oggi questa è una domanda che alle donne viene sempre posta ma 15 anni fa non era cosi. Aggiungo che a un uomo difficilmente si chiederebbe come fa a conciliare lavoro e famiglia. Io trovo normale farlo perché ho sempre lavorato avendo alle spalle modelli femminili come mia nonna, laureata in Chimica nel 1921, mia madre artista, la mia bisnonna era ostetrica. E’ una scelta che mio marito ha condiviso sin da quando ci siamo conosciuti, nel 1979.

Oggi è l’8 marzo, con questa storia alle spalle come vede oggi il rapporto uomo-donna nella quotidianità?

C’è ancora molto da fare per le posizioni apicali nel mondo del lavoro, ancora appannaggio degli uomini. Da libera professionista vedo bene che le retribuzioni non sono paritarie. La ripartizione dei compiti, poi, deve essere rivista e bisogna continuare a lottare dai propri ambiti personali e professionali per una vera parità che parte dalla famiglia. Penso che le donne debbano avere più fiducia in loro stesse. Non so se un uomo si chiede sempre se è all’altezza del proprio ruolo mentre le donne lo fanno.

Quest’ultima secondo lei è un dato culturale o è legato alla natura femminile?

Non voglio generalizzare ma quando mi è stato chiesto se volevo candidarmi a presidente, la prima cosa che ho fatto è stata chiedermi se ero all’altezza. Non so se un uomo lo farebbe.

Qual è il valore aggiunto (se c’è) delle donne in politica?

Il vero valore aggiunto sarà quando le donne avranno accesso alle posizioni di vertice.

Servono le quote rosa? Cosa ne pensa?

All’inizio ero contraria poi ho pensato che possono essere uno strumento per aiutare a scardinare una prassi e un sistema che vede sempre gli uomini al vertice. Quando la società sarà equa, non serviranno

Quanto avrebbe voluto un presidente della Repubblica donna? E, c’è rischio che la causa femminile sia strumentalizzata?

Sì, io avrei tanto voluto una presidente della Repubblica donna, pur essendo contenta della rielezione di Mattarella.

Sottolineo, una presidente…. Anche il linguaggio è importante oppure, come alcuni dicono, non è questo il punto?

Il linguaggio è importantissimo e noi abbiamo lavorato molto, al punto che oggi è normale che io sia “la” presidente. Nessuno si sognerebbe di usare l’articolo maschile. E così è nei documenti degli uffici.

Festeggia l’8 marzo?

Sì, lo festeggio come giornata di impegno, non come una festa un po’ commerciale quindi lo dico subito: non mi portino mimose! D’altra parte, l’8 marzo è nato su una grande tragedia. E’ una giornata importante alla quale oggi partecipano, giustamente, anche gli uomini. Negli anni Settanta noi escludevamo gli uomini, ma forse in quel momento era giusto così perché era importante conquistare uno spazio nostro di rivendicazione e di lotta

Come Municipio avete qualche iniziativa oggi?

Intanto io ho voluto fortemente una assessora alle Pari Opportunità, Valeria Borgese, perché questa è una delega trasversale. Per la giornata, abbiamo moltissime iniziative. Uno spettacolo teatrale e poi un percorso all’Ortica fatto di murales che ritraggono volti di grandi donne del Novecento che saranno raccontate da una guida. Abbiamo creato un format “A Passo di Donna” che negli anni futuri promuoverà iniziative dedicate. Domani si terrà un convegno dal titolo “vecchi e nuovi femminismi”

Quali sono i progetti sul Municipio che ha portato avanti come presidente e di cui va più fiera?

Cito in particolare un progetto per gli ingressi a teatro a prezzo calmierato e con un palinsesto condiviso. Abbiamo poi visto piazze molto trasformate, come Leonardo da Vinci, Rimembranze, Lavater, Gobetti. Abbiamo messo in sicurezza un incrocio molto pericoloso in piazzale Bacone, progetto di urbanistica tattica che per me era molto importante. Cito infine la valorizzazione della Casa Museo Boschi-Di Stefano, che ospita una delle collezioni più importanti di opere del Novecento, e che nel 2016 era quasi sconosciuta. Grazie a un accordo con il Touring siamo riusciti a portarci molte persone in un disegno complessivo che guarda alla cultura diffusa. Come Municipio abbiamo inoltre inciso sulla decisione di modificare certi grandi progetti come quelle delle case popolari al quartiere Rizzoli e le trasformazioni del Rubattino.

Dunque i Municipi contano e incidono sul territorio. La riforma del decentramento ha funzionato?

Oggi abbiamo anche un’assessora dedicata che è Gaia Romani e che proviene a sua volta dai Municipi. il decentramento funziona ma servirebbero più risorse, penso a un budget per lavori di manutenzione  stradale e lavori pubblici di quartiere, così come per l’edilizia scolastica e la manutenzione straordinaria del verde. Quello che noto è che oggi il Municipio è un punto di riferimento ma cerchiamo di non disperdere le forze e di non intervenire a macchia di leopardo perché è evidente che il Municipio non può sostituirsi al Comune in una visione della città a 360 gradi.

Cosa sogna per la sua zona da qui ai prossimi 4 anni e mezzo di mandato?

Certamente una città più vivibile e con aria pulita. Ora stiamo lavorando molto sulla depavimentazione e il recupero del viale alberato di via Pacini di concerto con le assessore competenti. Una città più verde, bella e vivibile è quello che mi auguro nei prossimi anni e su cui sto lavorando.

I giovani di Milano sono stati al centro dell’interesse della stampa per una serie di episodi violenti. Anche il Municipio 3 è un quartiere cosiddetto di movida. Com’è la situazione? Il Municipio può intervenire in qualche modo (penso ad azioni di tipo educativo, a luoghi di aggregazione sana etc).

Il problema c’è, tanto che ci è stato chiesto un Consiglio straordinario sulla mala movida. Certo due anni lontani dalla vita sociale e dalla scuola non hanno aiutato ragazzi già problematici. Ciò su cui possiamo intervenire sono i luoghi di aggregazione che mancano e sui cui stiamo lavorando confidando anche nella pazienza maggior tolleranza (come credi meglio) degli adulti che sono stati giovani a loro volta. Spesso anche solo un po’ di rumore viene mal tollerato. Noi abbiamo ad esempio creato un campo sportivo nel quartiere Feltre, altri campi al Parco Lambro ma non è certo sufficiente.

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