Bimbo ucciso dal padre, la Cassazione: "Torture e sistematico pestaggio"
La Suprema Corte annulla la sentenza d'Appello che non riconosceva la tortura nel caso di Alija Hrustic, che uccise il figlio di due anni nel 2019
Bimbo ucciso dal padre, la Cassazione: "Torture e sistematico pestaggio"
Sono state depositate oggi le motivazioni delle sentenza del 13 gennaio scorso con cui la Suprema Corte ha stabilito che servirà un nuovo processo d'appello per rivalutare le accuse di tortura e omicidio volontario, oltre a quella di maltrattamenti, a carico di Alija Hrustic, accusato di avere ucciso il proprio figlio di 2 anni e 5 mesi nel maggio del 2019. Il quadro anticipato da Ansa è raggelante. L'uomo avrebbe messo in atto un "sistematico pestaggio, nonostante le condizioni di fragilità e minorata difesa del piccolo", con sofferenze "corporali" inflitte con "grave e prolungato patimento fisico e morale", con "bruciature", "morsi, calci, schiaffi, pugni" e un "trattamento degradante per la dignità del bambino".
La Cassazione annulla il verdetto della Corte di Appello
La sentenza con cui la Corte d'Appello di Milano aveva escluso il reato di tortura riqualificando l'omicidio volontario in maltrattamenti pluriaggravati culminati nella morte è stata annullata. Hrustic era stato condannato a soli 28 anni di pena. La Cassazione spiega che per quanto riguarda "le condotte di tortura", ossia quelle "poste in essere la notte del 21-22 maggio 2019" e quelle "attuate nei giorni immediatamente precedenti la morte", si tratta di "comportamenti platealmente eccedenti rispetto alla normalità causale, che hanno determinato nella vittima sofferenze corporali aggiuntive". E quindi il verdetto di secondo grado sarebbe viziato da violazione di legge penale e da manifesta illogicità della motivazione".