Caso Ki Group, il no della Procura al concordato: richiesto il fallimento

Ki Group, l'ex gioiello del settore biologico gestito negli anni scorsi dalla ministra del Turismo Daniela Santanchè insieme all'ex compagno

a cura della redazione
Daniela Santanchè
Milano

Caso Ki Group, il no della Procura al concordato: richiesto il fallimento

La procura di Milano chiede al tribunale civile, seconda sezione, di valutare "l'inammissibilità del concordato semplificato" e annuncia che chiederà "l'apertura della liquidazione giudiziale" - la procedura che, con l'entrata in vigore del nuovo Codice della crisi d'impresa sostituisce il fallimento - per Ki Group e Bioera.

Ki Group, l'ex gioiello del settore biologico gestito negli anni scorsi dalla ministra del Turismo Daniela Santanchè insieme all'ex compagno

I pubblici ministeri Luigi Luzzi e Giuseppina Gravina bocciano la richiesta di concordato semplificato di Ki Group, ex gioiello del settore biologico gestito negli anni scorsi dalla ministra del Turismo Daniela Santanchè insieme all'ex compagno, ritenendo "inattuabile" il piano di salvataggio proposto nei mesi scorsi a causa della situazione finanziaria in cui versa il gruppo. I pm riportano - nelle dieci pagine di osservazioni che tengono conto del parere dell'esperto - come, a loro avviso, "non sono state rispettate le condizioni di accessibilità allo strumento del concordato semplificato", in particolare "non viene fornita alcuna indicazione in ordine ad una effettiva e completa interlocuzione con i creditori, al fine di raccogliere un eventuale consenso per la conclusione di una delle proposte specifiche individuate dal legislatore (in particolare accordo di ristrutturazione dei debiti) e più in generale, di permettere ai creditori di esprimersi su di esse".

Per la proposta del gruppo, rileva l'esperto, "non è prevista alcuna garanzia ma soltanto un obbligo ad adempiere da parte di Bioera

Per la proposta del gruppo, rileva l'esperto, "non è prevista alcuna garanzia ma soltanto un obbligo ad adempiere da parte di Bioera", inoltre, in merito ai bilanci 2021 e 2022, la società di Revisione "dichiara di non essere in grado di esprimere un giudizio sui bilanci della società in quanto asserisce di non aver acquisito elementi probativi sufficienti ed appropriati". Le osservazioni della procura di Milano riportano anche parte di una nota di "criticità" rilevate dalla Guardia di finanza e alla luce di quanto raccolto si ritiene che il piano concordatario proposto "appare di dubbia realizzazione". Data la situazione economica di Bioera - di cui si chiede come per Ki group la liquidazione giudiziale - "non si vede come la stessa possa farsi carico del peso economico del piano proposto da Ki Group ed adempiere alle obbligazioni assunte, per le quali non vi è, infatti, alcuna concreta garanzia ma solo un atto di fede" sussistendo "significative incertezze in merito alla prospettiva della continuità aziendale" di Bioera.

I pm: "La promessa di impegno economico presentata da Bioera, "società in evidente stato di insolvenza, non permette il raggiungimento dello scopo insito nella procedura del concordato semplificato"

Per i pm la promessa di impegno economico presentata da Bioera, "società in evidente stato di insolvenza, non permette il raggiungimento dello scopo insito nella procedura del concordato semplificato, ovvero quello di garantire non soltanto una semplice dismissione del compendio aziendale quanto il mantenimento dell'unità operativa in capo ad altri (una sorta di continuità aziendale indiretta) volta a valorizzare, nel breve periodo, i complessi aziendali per una più proficua loro cessione al fine di ottenere liquidità per soddisfare i creditori". La "manifesta inattitudine del piano proposto e la non fattibilità dello stesso con riguardo alle garanzie offerte" non lascia altra strada alla procura di Milano che chiedere il fallimento.

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