Città Studi e i rave dei bravi guaglioni nel campo da rugby. La denuncia
Quello che sta succedendo da mesi in una parte di Città Studi è un perfetto compendio della Milano di oggi. IL VIDEO
Dai rave di Modena all'alto volume di Milano
Riceviamo e pubblichiamo.
Quello che sta succedendo da mesi in una parte di Città Studi, nella zona contigua alla fine di via Valvassori Peroni, intorno all’Istituto Vespucci, lungi da essere una piccola bega di quartiere è invece un perfetto compendio della Milano di oggi.
I fatti: dall’estate scorsa, all’arrivo della bella stagione, nel campo da rugby “Union amatori Rugby Milano” un paio di notti a settimana va in scena lo spettacolo che vedete nei video allegati a questo articolo. Un gruppetto di persone, ragazzi ma anche persone più avanti negli anni, si ritrovano la sera nell’area degli spogliatoi e, tra birre e schiamazzi, in un’atmosfera di totale impunità, tengono la musica a volume altissimo fino a quando pare a loro. A volte smettono alle undici, altre a mezzanotte, a volte esagerano e vanno avanti fino alle due, le tre, anche le quattro, con tanti saluti ai Residenti di un quartiere in cui vivono molti anziani e bambini.
Una associazione e i residenti
Se vi chiedete cosa c’entri un campo da rugby e, soprattutto, un’associazione sportiva con tutto questo, se lo stanno chiedendo – da un anno – anche gli stessi residenti, che, ironia della sorte, avevano appena finito di avere a che fare con un problema analogo. Il campo da rugby confina infatti con una struttura occupata per anni da alcuni anarchici e recentemente sgomberata, proprio per i rave abusivi che erano soliti organizzare nelle ore notturne. Non si capisce, allora, che differenza ci sia tra i rave degli anarchici cacciati a manganellate e quelli attuali organizzati da un pugno di bravi guaglioni dell’associazione sportiva: gli anarchici, almeno, evitavano al quartiere lo strazio del karaoke.
Ma aldilà del problema dei Residenti, un classico irrisolto, la questione si inquadra perfettamente nel recente dibattito sul mancato rispetto della legalità a Milano. Il campo da rugby non è un locale notturno. Non possiede autorizzazioni di sorta per questo scopo, non rispetta nessun regolamento o parametro per irradiare musica ad alto volume, non paga la SIAE per le canzoni che vengono trasmesse: come mai gli è permesso di restare aperto fino a notte fonda? Perché’ i proprietari dei locali notturni della zona devono pagare cifre altissime per mettersi a norma da un punto di vista acustico, compilare borderò, acquistare licenze, mentre agli organizzatori di queste agapi fraterne è concesso di fare quello che vogliono? Chi scrive ha assistito a una rivelazione di decibel non ufficiale da parte di un residente, che mostrava però come il volume della musica irradiata superasse in modo ridicolo ogni parametro stabilito dallo stesso Comune di Milano.Ma anche senza macchinari specifici, basta guardare un video a caso tra le decine che i Residenti hanno registrato in questi mesi per capire che la situazione sia del tutto fuori controllo: come mai nessuno interviene? In una telefonata che chi scrive ha avuto modo di ascoltare, da chi gestisce il campo hanno risposto di non avere tempo per ascoltare pipponi.
Ecco: nella tracotanza di questa risposta, e nella piccolezza di questa questione di quartiere, c’è però tutta la violenza della Milano di oggi, post-Covid e post-Terrazza Sentimento, dove le regole valgono solo per gli stupidi che intendono rispettarle e le leggi hanno smarrito la loro funzione di tutelare i più deboli.
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