Politica
“Decreto anti-rave misura fascista”: opposizioni all’attacco del governo
Polemiche anche sulle intercettazioni proposta (e stoppata in Cdm) dal ministro degli Interni Piantedosi. Scontro Letta-Salvini
Decreto anti-rave, opposizioni all'attacco e botta e risposta tra Letta e Salvini
"Il Governo ritiri il primo comma dell'art434bis di riforma del Codice Penale. È un gravissimo errore. I rave non c'entrano nulla con una norma simile. È la libertà dei cittadini che così viene messa in discussione. #NoArt434bis", ha scritto su Twitter il segretario del Pd Enrico Letta. Salvini risponde a stretto giro: "Indietro non si torna". Un Pd "ormai in confusione totale difende illegalità e rave party abusivi, chiedendo al governo di cambiare idea. No! Indietro non si torna, le leggi finalmente si rispettano", twitta il vicepremier.
SONDAGGIO/ GIUSTO SGOMBERARE I RAVE PARTY O COME DICE LETTA E' UNA VIOLAZIONE DELLE LIBERTA' DEI CITTADINI?
Rave, fonti Viminale: la norma non lede libertà manifestare
Fonti del Viminale fanno sapere che "la norma anti-rave illegali interessa una fattispecie tassativa che riguarda la condotta di invasione arbitraria di gruppi numerosi tali da configurare un pericolo per la salute e l'incolumità pubbliche. Una norma che non lede in alcun modo - si precisa ancora - il diritto di espressione e la libertà di manifestazione sanciti dalla Costituzione e difesi dalle Istituzioni".
Decreto anti-rave, opposizioni all'attacco: "Provvedimento contro operai e studenti"
Opposizione all’attacco contro il nuovo reato anti-rave: è una norma "fascista" e reazionaria che rischia di punire le legittime manifestazioni, è l'osservazione. Polemiche anche sulla proposta del ministro degli Interni Piantedosi sulle intercettazioni a chi organizza eventi non autorizzati, stoppata in Cdm dalla premier Giorgia Meloni e dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, secondo le ricostruzioni dei quotidiani.
"Il problema non sono i rave party. Si tratta di un evidente specchietto per le allodole. La verità è che questo provvedimento varato ieri dal Governo Meloni riguarderà gli operai che occupano le fabbriche, gli studenti che occupano le scuole e le università ed altro ancora. Sono la destra, per loro l’ordine pubblico si fa così, con la repressione e le pene che crescono. Bisogna mobilitarsi senza se e senza ma contro questo scempio. Del diritto e del buonsenso", dichiara Arturo Scotto, coordinatore nazionale di Articolo Uno.
Non meno forte è la presa di posizione del verde Angelo Bonelli: “Ho studiato attentamente la norma sui rave presentata da Meloni e Piantedosi e posso affermare che con questa disposizione i rave non c’entrano nulla, invece verranno colpite le manifestazioni di protesta che possono andare da occupazioni di Università, scuole, mobilitazioni per questioni ambientali, come ad esempio l’occupazione di terreni inquinati, fino ad arrivare ai luoghi dove oggi vivono i braccianti agricoli che sono su terre occupate. E’ una norma liberticida e fascista che addirittura prevede una pena di sei anni con introduzione di misure restrittive che normalmente si applicano ai mafiosi. Può accadere che a uno studente universitario fuorisede che partecipi ad un’occupazione si notifichi il foglio di via facendogli perdere il diritto di studiare all’università".
Critiche anche da Più Europa: “Il decreto del governo sui rave party, una volta letto il testo, ha tutta l’aria di essere una cosa ben più seria e più grave di quanto sembrasse ieri. Nella definizione di ‘terreni o edifici altrui, pubblici o privati’ ricade di tutto: i capannoni o i campi in cui vengono organizzati i rave, ma anche le università, i luoghi di lavoro, le piazze. E l’espressione ‘può derivare un pericolo per l’ordine pubblico...’ è sufficientemente vaga per ricadere nell’arbitrio più assoluto. Di chi? Essenzialmente dei prefetti, ovvero del Governo”, dice il coordinatore della segreteria di Più Europa, Giordano Masini. “Quindi dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (già avvenuta) del decreto, a poter essere incriminati per questa nuova fattispecie di reato e a rischiare quindi la reclusione da tre a sei anni saranno le persone che organizzano e partecipano a qualsiasi manifestazione per la quale venga ipotizzato (dal Governo) un pericolo per l’ordine pubblico”, osserva.