Roggiani (Pd): "Dalla maggioranza manuale Cencelli. Schlein? Nessuna deriva"
La deputata e segretaria del Pd Milano: "Oggi assistiamo a un balletto romano che ha poco a che fare con l'autonomia lombarda". L'intervista di Affari
Roggiani (Pd): "Dalla maggioranza manuale Cencelli. Con Schlein non ci sarà alcuna deriva"
"Con l'arrivo di Elly Schlein non ci sarà nessuna deriva ma un rilancio nel segno della pluralità". Silvia Roggiani, deputata e segretaria del Pd Milano, in un'intervista ad Affaritaliani.it Milano si dice convinta che con Schlein non ci saranno scissioni nel partito, specie dell’ala riformista: "Non credo ci siano motivi per abbandonare ora, anche per chi al congresso sosteneva un altro candidato". In Lombardia, invece, i dem si preparano a un'opposizione "combattiva e propositiva".
Roggiani, domani il governatore Attilio Fontana presenta la giunta.
Intanto colpisce che questa maggioranza, che da sempre sbandiera l'autonomia, stia usando il peggior manuale Cencelli e stia decidendo le caselle a Roma. Questo da un lato racconta cosa è questa destra, dall'altro smentisce Fontana che ha sempre parlato del ruolo della Regione a livello nazionale. Oggi assistiamo a un balletto romano che ha poco a che fare con l'autonomia lombarda.
Pierfrancesco Majorino sarà il capogruppo e in Aula ci sarà anche il sindaco di Brescia Del Bono. Che opposizione sarà?
Un'opposizione in Consiglio ma anche fuori dal Palazzo, al fianco delle persone e dei loro problemi. E che tenga insieme un fronte sempre più largo, soprattutto nelle piccole cittadine. La nostra vera alleanza è con i lombardi e le lombarde. E dobbiamo guardare soprattutto a chi ha disertato le urne.
L'opposizione è quindi aperta anche al Terzo polo?
Limiti non ne mettiamo. Anche in Parlamento, con le forze che sono all'opposizione, ci si trova sui temi. Lavoreremo per portare avanti le nostre proposte e cercare poi una convergenza.
Qualche rimpianto per il risultato delle regionali?
Nella vita e in politica non credo nei rimpianti. È giusto guardare avanti analizzando gli sbagli e provando a capire cosa fare in futuro. Da un lato ha pesato la scadenza inaspettata delle elezioni politiche, che ha creato delle dinamiche non previste. Come la scelta di Azione-Iv: prima hanno rotto a livello nazionale e poi hanno rotto anche in Lombardia nonostante un'opposizione comune di 5 anni.
Pierfrancesco Maran aveva dato disponibilità a candidarsi in Regione, poi è stato indicato Majorino. La diversità può essere una ricchezza anche nel Pd milanese?
Il Pd a Milano è pieno di personalità che danno un contributo importante al partito e sono il simbolo di una pluralità che è una ricchezza non da temere. Dentro al Pd convivono più anime che riescono a focalizzare la propria azione politica su temi differenti portando valore aggiunto.
Schlein terrà unito il partito?
Non ci sarà nessuna deriva ma un rilancio della nostra capacità di essere un partito plurale che vuole sempre più essere protagonista. Molti davano per morto il Pd mentre le primarie hanno comunque registrato una partecipazione molto forte, su cui in pochissimi erano pronti a scommettere. A questo si somma il dato delle nuove iscrizioni dopo l'elezione di Schlein, segno di un Pd che torna a essere di riferimento. Ci sono incontri anche con Stefano Bonaccini ed è emersa la volontà di collaborare e portare avanti l'idea di un partito aperto.
C'è chi dice che con lei il partito rischia di fare gli stessi errori delle elezioni politiche, concentrandosi solo sulla critica al governo.
Dire che il Pd non fa proposte è falso. Noi faremo un'opposizione senza sconti ma da subito abbiamo presentato le nostre idee, per esempio sul salario minimo. I nostri discorsi in Parlamento possono sembrare duri ma sono sempre accompagnati da una proposta concreta nel merito. Forse tante volte non siamo riusciti bene a raccontarle.