Della Frera: "Forza Italia ha il vento in poppa, sta ai dirigenti sfruttarlo"

"Per 25 anni Forza Italia è stata l'ago della bilancia, il partito che ha creato e strutturato la coalizione di centrodestra"

di Nicolò Rubeis
Guido Della Frera
Milano

Della Frera: "Forza Italia ha il vento in poppa, sta ai dirigenti sfruttarlo"

"In questo momento Forza Italia ha il vento in poppa, sta a dirigenti sfruttarlo". Guido della Frera, dopo la morte di Silvio Berlusconi, ha annunciato il suo rientro nel partito. Si tratta di "un ritorno a casa" per lui, che è stato tra i fondatori storici di Fi, dopo una breve parentesi prima con Giovanni Toti e poi con Italia Viva. "Dobbiamo tornare a essere fondamentali per il centrodestra" spiega in un'intervista ad Affaritaliani.it Milano. Seguendo la linea che in Lombardia ha tracciato il coordinatore regionale Alessandro Sorte. Stop alle rendite di posizione e più valore a chi ha i voti sul territorio: "Oggi non c'è più il monarca assoluto che fino a ieri dava giustamente la linea. I voti dovranno essere conquistati da tutti".

Della Frera, come ha ritrovato Forza Italia?

Ci sono tantissimi amici che stanno tornando. Per 25 anni Forza Italia è stata l'ago della bilancia, il partito che ha creato e strutturato la coalizione di centrodestra. Vogliamo tornare a svolgere quel ruolo e ora che non c'è più il fondatore, che aveva diritto di veto e di scelta della classe dirigente, l'unico sistema che pu funzionare è quello delle assemblee congressuali dove si dovranno nominare i vari coordinamenti. Solo così si può ricostruire un grande partito popolare.

Un consenso 'di ritorno' dopo la morte di Berlusconi, affiancato, però, a qualche tensione interna anche in Lombardia.

Sembrano cose ridicole e un po' enfatizzate. In questo momento dobbiamo correre a riempire i giornali di proposte e contenuti politici. Quando mancano le idee, o non vengono comunicate, il giornalista va a cercare la faida che oggi non registro. Ci saranno sicuramente dei confronti, che io mi auguro siano non più fatti sulle amicizie o sui vari cerchi magici. Anche perché in un grande partito non tutti la possono pensare allo stesso modo.

Perché aveva lasciato Forza Italia?

Nel 2019 eravamo in tanti a chiedere una discussione più ampia. C'era un confronto serrato su logiche di potere che si incamminavano sempre di più verso i cerchi magici che non su una linea dettata da Berlusconi.

E perché è andata male con Matteo Renzi?

Pensavamo a un Terzo polo equidistante dai due blocchi, per creare un'area moderata che io oggi auspico all'interno del centrodestra. Ma Italia Viva e Azione di Carlo Calenda hanno degli orientamenti politici che non gradisco. Quel mondo lì non ha ancora tagliato il cordone ombelicale con una certa sinistra. Un partito fuori dai due schieramenti in Italia è solo una chimera.

Qualcuno è convinto che prima o poi sarà proprio Renzi ad avvicinarsi a quest'area più moderata che oggi fa capo a Forza Italia.

Io lo reputo uno dei migliori politici che abbiamo in campo e non lo dico solo io. Da lì a capire la sua strategia ce ne vuole... per me è impossibile comprenderla. Dovrà fare delle scelte ma non credo che possa incarnare lo spirito di Forza Italia. Su di lui soggiace una sua storia che proviene dal centrosinistra, ho difficoltà a vedere Renzi alleato con Giorgia Meloni e Matteo Salvini, non vedo come possa trovare spazio.

Intanto Forza Italia ha dalla sua una fiche importante da giocare, visto che in Europa siede tra i banchi del Ppe con cui potrebbero allearsi i Conservatori di Meloni nel prossimo anno.

Noi ci auguriamo una vittoria in Europa della parte popolare e conservatrice-liberale, sarebbe un bellissimo segnale. Però i numeri sono quelli che sono e l'Unione europea non è l'Italia. Assimilare le geometrie italiane con quelle europee è una stupidaggine. Rimane il fatto che Forza Italia storicamente è membro del Ppe e lì rimaniamo.

Il rischio però sarebbe quello di avere una Lega in maggioranza a Roma ma all'opposizione a Bruxelles.

Alle elezioni manca ancora un anno, che è un'era geologica in politica. Ben venga un accordo con gli alleati, ma non ce l'ha ordinato il medico di replicare la maggioranza che abbiamo in Italia anche a Bruxelles.

A breve Antonio Tajani sarà eletto presidente di Forza Italia. È l'uomo giusto per guidare questo nuovo corso?

Secondo me ha tutte le caratteristiche per traghettare Forza Italia verso un grande partito popolare con regole congressuali. Ha svolto per anni in maniera egregia il suo lavoro, un uomo serio e moderato: sono assolutamente a favore della sua guida e sono i totale sintonia con lui. Un'eredità non semplice, ma credo sia doveroso che sia lui a traghettare il partito per il tempo che sarà necessario. Fa anche il ministro quindi va ringraziato per essersi preso carico anche di Forza Italia.

I membri della famiglia Berlusconi al momento non sembrano intenzionati a scendere in politica.

Fino a oggi non si sono mai occupati di politica, anche quando Berlusconi aveva chiesto ai figli un maggiore impegno in questo campo. Vediamo se ora hanno cambiato idea. Il loro contributo potrebbe essere indispensabile, quindi ben venga se decideranno di impegnarsi. Ad ogni modo manterremo il nome di Berlusconi nel simbolo. Se i figli rappresentassero il padre in politica come hanno fatto nelle aziende sarebbe un grande valore aggiunto.

Alle regionali in Lombardia sostenne la candidatura di Letizia Moratti. Figura come la sua possono trovare di nuovo spazio in Forza Italia?

Moratti aveva fatto delle scelte. Ci sono da capire le sue intenzioni perché può essere una risorsa nella costruzione di quest'area moderata. Anche per raggiungere quella doppia cifra che è un obiettivo essenziale.

Un obiettivo possibile?

Magari non per forza con il 2 davanti. Ma se ottenessimo il 19.9% sarei felicissimo...

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