Gallera e il futuro di Forza Italia: "Un moderato per Milano 2026"

Nel giorno in cui Berlusconi è iscritto al Famedio, l'azzurro Gallera commenta: "Doveva esserci una diaspora, invece siamo tornati attrattivi". L'intervista

di Nicolò Rubeis
Giulio Gallera
Milano

Gallera e il futuro di Forza Italia: "Un moderato per Milano 2026"

Da oggi anche Silvio Berlusconi è ufficialmente iscritto al Famedio di Milano, il Pantheon dei cittadini illustri che hanno reso grande la città: "Un riconoscimento dovuto e doveroso" commenta il consigliere regionale di Forza Italia Giulio Gallera in un'intervista ad Affaritaliani.it Milano. "Dall'urbanistica allo sport fino alla televisione, Berlusconi ha interpretato al meglio la milanesità con la sua creatività e la voglia di innovare". Forza Italia, intanto, prosegue nelle manovre di allargamento. Tra nuove adesioni e rientri pesanti, come quelli di Letizia Moratti e Gabriele Albertini, il partito vuole rilanciarsi anche a Milano in vista delle prossime comunali: "Soltanto un moderato, con una visione internazionale ma vicina anche alle piccole problematiche dei quartieri, può far rivincere il centrodestra in città".

Gallera, si aspettava questo riconoscimento per Berlusconi?

Ho apprezzato l'atteggiamento istituzionale del sindaco Giuseppe Sala e della maggioranza che non si è lasciata tirare per la giacchetta da chi voleva strumentalizzare la sua iscrizione al Famedio. Me l'aspettavo ma non era scontato. Berlusconi ha scritto una pagina fondamentale della storia politica italiana, costruendo la seconda Repubblica.

Contro l'iscrizione al Famedio c'è stata però una raccolta firme.

Una triste e stucchevole iniziativa. Le critiche, specie quelle più aspre e personali, anche se non dovrebbero esserci fanno parte del gioco finché una persona è nell'agone politico. Ma quando un uomo non c'è più bisognerebbe deporre le armi e valutare in maniera oggettiva. Le poche firme raccolte da qualche 'ultras' della sinistra non sono niente in confronto al riconoscimento unanime che c'è stato dopo la sua scomparsa e ai milioni di voti che Berlusconi ha preso durante la sua vita.

Tra cinquant'anni come sarà giudicata la figura di Berlusconi dagli storici?

Sono convinto che emergerà la grandezza delle opere e delle azioni che ha realizzato, comprese quelle fatte in politica. Sono stato favorevolmente sorpreso dal fatto che, dopo la sua scomparsa, sia prevalsa subito questo tipo di valutazione più che gli attacchi personali. Se esiste la seconda Repubblica con una sorta di bipolarismo e se abbiamo il pluralismo in televisione lo dobbiamo a Berlusconi, un uomo che ha dato tantissimo. E sarà tutto questo ciò che rimarrà anche in futuro.

Intanto a Milano Forza Italia cerca di rilanciarsi dopo gli ultimi risultati elettorali.

Molti osservatori immaginavano per noi la diaspora finale. Nella scorsa legislatura e prima delle regionali c'era stato quasi un ‘fuggi fuggi’ da Forza Italia. Dopo la morte di Berlusconi, però, è successo il contrario e in molti è rifiorita la voglia di portare avanti quella sua idea di un grande partito liberale di massa. Non c'è stata nessuna diaspora e siamo tornati a essere attrattivi. Se una persona come Moratti ammette di aver sbagliato e torna sui propri passi, o uno come Albertini rivede in Forza Italia una realtà più affine alle sue idee, non possiamo che essere contenti: questi sono ottimi segnali.

Nel 2026 ci saranno le comunali a Milano. Come può tornare a vincere il centrodestra?

Noi stiamo sempre più acquisendo la consapevolezza che soltanto un moderato possa far rivincere il centrodestra in città. Una figura in grado di parlare di sviluppo e innovazione e di rivolgersi al mondo del design e della finanza con una visione internazionale ma al tempo stessa vicina alle piccole problematiche specie di viabilità e insicurezza. Abbiamo questa sensazione e vogliamo lavorare in questa direzione. Milano è una città che ha sempre premiato personalità moderate, da Albertini a Moratti e ci mettiamo anche Sala. Serve un profilo credibile che sappia dialogare con la Ztl e con le periferie per proporre un'alternativa che noi vogliamo giocare da protagonisti.

La convince il lavoro di allargamento che sta portando avanti in Lombardia il coordinatore regionale Alessandro Sorte?

Assolutamente, sta facendo un ottimo lavoro e siamo in piena sintonia. Già ad agosto dicevo che Forza Italia doveva diventare la casa dei moderati. Il nostro partito può tornare a essere protagonista - e primo nel centrodestra - se riuscirà a valorizzare la propria base e a dare l'idea di essere un grande partito liberale. In Lombardia, per esempio, c'è un 10% che ha votato il Terzo Polo perché non voleva soluzioni populiste ed estremiste. Quel progetto lì, con due galli nel pollaio, è già fallito e noi dobbiamo essere gli interlocutori di quell'elettorato. 

Il ritorno di Moratti ha già portato in dote l'arrivo di Ivan Rota tra le vostre fila in Consiglio regionale. Il gruppo si allargherà ancora?

Se riusciremo a ritornare centrali dal punto di vista della proposta politica in molti potrebbero arrivare. Penso non solo a quelli che si sono candidati con Moratti e che sono vicini alla nostra storia come Manfredi Palmeri o Martina Sassoli ma anche a chi oggi si riconosce in Matteo Renzi o Carlo Calenda. Se dopo le europee, per esempio, Azione si avvicinasse al Pd, gli eletti in Consiglio vorranno fare le ancelle di un partito massimalista o rafforzare una compagine liberale dentro al centrodestra?

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