La barbarie dell'intercettazione di Martina Riva, assessore allo sport

Martina Riva finisce sui giornali perché quello che l'aveva chiamata per lamentarsi è accusato di essere legato alla 'ndrangheta

di Fabio Massa
Martina Riva
Milano

La barbarie dell'intercettazione di Martina Riva, assessore allo sport

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Piccola lezione pratica su come funzionano le intercettazioni, e soprattutto su come vengono usate sulla stampa. C'è un tizio che si procura il telefono dell'assessore allo Sport di Milano Martina Riva. Ha dei problemi con dei campi di padel. Chiede all'assessore se sa di quei problemi. La risposta dell'assessore è: "No". L'altro va avanti, si lamenta. La risposta dell'assessore è: "Sì, sì". Laconica, per tagliare corto. L'altro si lamenta. Telefonata finita.

Martina Riva finisce sui giornali perché quello che l'aveva chiamata per lamentarsi è accusato di essere legato alla 'ndrangheta

Il problema è che l'assessore allo Sport di Milano, Martina Riva, finisce sui giornali perché quello che l'aveva chiamata per lamentarsi è accusato di essere legato alla 'ndrangheta. Fin qui è quello che sappiamo: lei non è indagata, la telefonata non è penalmente rilevante. Ricapitolando: fai l'assessore, uno ti chiama, tu gli rispondi magari senza manco aver capito quel che sta dicendo con un no, un sì e via a chiudere tutto, magari non hai manco capito chi è il tizio e poi finisci sui giornali perché avresti parlato con il nipote di un boss della 'ndrangheta. Ovviamente ora comincia il cinema, le richieste di spiegazione, e tutto il resto. Forse ha ragione Nordio, sulle intercettazioni, soprattutto quelle completamente irrilevanti, bisogna darci una stretta.

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