Lombardia, Sassoli (Lista Moratti): "Letizia è assolutamente presente"

Il consigliere regionale della Lista Moratti: Straordinaria occasione per creare una forza moderata di centro che si ispiri all'agenda Draghi". L'intervista

di Nicolò Rubeis
Martina Sassoli
Milano

Lombardia, Sassoli (Lista Moratti): "Letizia è assolutamente presente"

"Letizia Moratti è assolutamente presente, abbiamo una riunione settimanale con lei. E domani mattina, insieme agli altri candidati della sua lista, andremo tutti a San Patrignano". Martina Sassoli, ex assessore del Comune di Monza, ha lasciato Forza Italia dopo oltre vent'anni e alle elezioni in Lombardia si è candidata con la lista civica di Moratti riuscendo a entrare in Consiglio regionale. "Abbiamo tutti un passato politico alle spalle, ma la cosa bella è che nessuno rivendica una propria ideologia di partenza", assicura in un'intervista ad Affaritaliani.it Milano.

Sassoli, come procede con i nuovi compagni di viaggio?
Per me è tutto nuovo dopo 20 anni di enti locali tra Comune e provincia di Monza. La scelta di lasciare Forza Italia è stata molto sofferta, ma in questa coalizione (dove c'è anche il Terzo polo, ndr) siamo tenuti insieme da una cornice valoriale e dal programma di Moratti che fa da collante e da faro politico.

Nel centrosinistra però non si fidano e sottolineano che la maggior parte di voi viene dal centrodestra.
Voglio vedere in quale partito non c'è chi ha un pedigree politico che non lo ha portato a un cambio negli ultimi 20 anni... La nostra forza sono i contenuti e la scommessa è superare gli steccati ideologici. Le ultimi elezioni hanno dimostrato una polarizzazione verso gli estremi, noi ci posizioniamo al centro.

Quindi, per il futuro, guarda con interesse al Terzo polo?
Non so quale sarà il destino del Terzo polo, che è casa d'altri. Credo, però, che sia sotto sotto gli occhi di tutti che stiano cercando di stabilire quelli che sono i contenuti del manifesto e comprendere quale sarà la collocazione. Oggi c'è una straordinaria occasione per creare una forza moderata di centro e di equilibrio che si ispiri all'agenda Draghi e vada anche oltre. Abbiamo due leader forti, Giorgia Meloni ed Elly Schlein. Nel mezzo non c'è nulla.

Uno spazio che può occupare più Carlo Calenda o Matteo Renzi?
Io vengo dalla Brianza produttiva. Non so se sarà lui il leader, ma di Calenda ho molto apprezzato la capacità di interpretare la necessità delle aziende, penso per esempio a Impresa 4.0 da cui stanno beneficiando moltissime realtà.  

Perché quest'area non si è riuscita ad imporre alle regionali?
C'è stato un astensionismo troppo elevato a fronte della mancanza di una forza strutturata di centro. È come se l'elettorato avesse scelto tra Inter e Milan, quando noi siamo il Monza: una proposta politica troppo giovane. La compagine morattiana era nata 55 giorni prima, il Terzo polo da qualche mese. Il tempo è importante in politica e le europee del 2024 saranno il primo vero banco di prova per capire chi vogliamo essere.

Intanto però sull'Ufficio di presidenza le opposizioni in Consiglio regionale si sono subito divise.
Il comportamento del Pd è stato aberrante da un punto di vista istituzionale. Non si può pensare di fare l'asso pigliatutto quando si tratta di ruoli di garanzia. Per me è un bene che si sia chiarito subito che ci sono due opposizioni. La nostra sarà sui contenuti e mai 'a prescindere'.

Forza Italia, intanto, è alle prese con i suoi travagli.
Diciamo che è stata persa l'occasione di fare un rinnovamento a livello contenutistico. Io non mi sono più ritrovata in quella casa perché non c'era una guida politica e non mi sembra che oggi sia cambiato qualcosa. Forza Italia avrebbe bisogno di un grande terremoto perché ora è un partito piegato su sé stesso.

I temi su cui si concentrerà di più?
Quelli relativi al territorio, dai prolungamenti delle metropolitane M1 e M5 che hanno subito una battuta d’arresto, alla Pedemontana e al comparto ospedaliero. Il San Gerardo è diventato da poco un Irccs ma non basta: servono risorse economiche ed umane. E poi auspico che le divisioni interne alla maggioranza, che sono evidentissime, possano sanarsi. E lo dico da lombarda: le tensioni non portano mai benefici.

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