Esteri
Ucraina, Fabbri: "A Xi non interessa la pace, dalla guerra ci guadagna"
L'analista geopolitico e direttore di “Domino” ad Affari smonta il vertice Pechino-Mosca. E sui migranti: "Roma da sola non ce la fa, vuole l'aiuto della Nato"
Vertice Russia-Cina, l'analista geopolitico Fabbri ad Affari: "Questa guerra è come un fenomeno carsico"
Altro che “nuovo ordine mondiale”. Il vertice tra Xi Jinping e Vladimir Putin sembra ormai un lontano ricordo sullo scenario internazionale, che continua ad essere adombrato dal conflitto tra Russia e Ucraina. Più che di “equilibri”, però, si può parlare forse di squilibri: tra minacce di escalation nucleare e accordi economici, chi tira le fila? La Cina è davvero una potenza mediatrice? E quanto la guerra fa gioco ai singoli attori?
Affari ha interpellato Dario Fabbri, analista geopolitico e direttore di “Domino”, per provare a riportare – almeno sulla carta – un ordine logico agli ultimi avvenimenti.
Mosca continua a minacciare l’Occidente, mentre l'Ucraina si dichiara pronta a una controffensiva a Bakmhut. A che punto siamo realmente con la guerra?
La guerra è al momento in una situazione oggettiva di semi-stallo, con i russi che vorrebbero occupare l’intero Oblast' di Donec'k, ma sono ancora incagliati nella città di Bakhmut. Ci sono stati scambi reciproci di minacce, ma le minacce in sé non hanno grande valore, sono retorica. In realtà non si capisce in questa fase che cosa possa davvero sbloccare la guerra, se non un fatto che al momento non si vede, o una controffensiva ucraina efficace o una svolta russa nell’altro senso.
Anche se ci sono minacce da entrambe le parti di assestamento, in definitiva, mancano concrete avvisaglie che confermino gli scenari prospettati. Quello che sta facendo proseguire la guerra è, da un lato, la volontà della Russia di considerare il conflitto 'esistenziale': in questo senso, per Mosca può durare anche molti anni. Nell'impressione russa, questa è l’ultima guerra per ribadire il suo impero, e tornare a essere una grande potenza. Dall’altro lato c'è la voglia legittima degli ucraini di non cedere il territorio occupato; anche questo rischia di far proseguire la guerra per lungo tempo, al di là del mero 'cessate il fuoco'. Una guerra che fino ad ora ci ha insegnato che può inabissarsi e riemergere, come un fenomeno carsico.
A proposito di inabissamento, la Wagner potrebbe davvero "ribellarsi" a Putin? Cosa rischia la Russia?
Putin subisce dal Gruppo essenzialmente una forma di ricatto, visto che la Wagner è l’avanguardia dell’avanzata russa. Pretende non solo mezzi e munizioni: in cambio del suo tributo di sangue, mi sembra che voglia avere una maggior voce in capitolo proprio nella gestione politico-tattica della guerra. Di qui gli ultimatum che ogni tanto lancia nei confronti del Cremlino. E' questo il punto per il Gruppo Wagner, che non è nemmeno più una compagnia di mercenari, ma direttamente dentro le forze armate russe.