Milano, grattacielo Aspromonte: sale il numero degli indagati

Iscritti nel registro degli indagati anche tre ex membri della Commissione Paesaggio del Comune di Milano

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Milano, grattacielo Aspromonte: sale il numero degli indagati

Salgono a 12 gli indagati dalla Procura di Milano per falso e abusi edilizi nella vicenda del grattacielo di piazza Aspromonte costruito reallizzato dalla società immobiliare Bluestone. Oltre al presidente del cda di Bluestone Aspromonte srl, Andrea Bezziccheri, i funzionari dirigenti o ex dirigenti del Comune di Milano e dello Sportello Unico Edilizia, Carla Barone, Maurizio De Luca e Francesco Rosata, e l'attuale assessore all'Urbanistica di Torino ed ex presidente dell'Ordine degli architetti di Milano, Paolo Mazzoleni, oltre che ex presidente della Commissione paesaggio di Milano che in seguito è stato progettista dell'edificio, nell'inchiesta del procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e della pm Marina Petruzzella risultano indagati anche altri imprenditori ed ex membri della Commissione Paesaggio del Comune di Milano, organo tecnico-consultivo di diretta nomina del sindaco, Giuseppe Sala, in carica all'epoca delle autorizzazioni concesse a Bluestone proprio sulla base di tre pareri della Commissione.

Si tratta dell'ex presidente della Commissione Paesaggio Marco Stanislao Prusicki, la vice presidente Giovanna Longhi e Laura Montedoro. Indagati anche Marco Campanella, direttore lavori del cantiere per la realizzazione del palazzo di 7 piani e 27 metri sorto sulle ceneri di una torre alta meno della metà, Francesco Percassi della Percassi spa (prima impresa esecutrice), il consigliere della stessa società Jacopo Palermo ed Ermes Mariani della Mariani srl (seconda società esecutrice dei lavori). Le accuse della Procura sono di aver violato violato leggi edilizie ed urbanistiche - in particolare sulle altezze per costruire all'interno di cortili - nella costruzione del grattacielo di piazza Aspromonte 13 a Milano con un permesso a costruire rilasciato in base al "falso presupposto che l'area dell'intervento non sarebbe stata riconoscibile come un 'cortile'".

Il sequestro del cantiere lo scorso autunno

Il cantiere è stato sequestrato d'urgenza lo scorso autunno, sequestro poi revocato da Gip e tribunale del Riesame di Milano. Il 26 maggio la Corte di Cassazione ha annullato la revoca disponendo una nuova udienza di Riesame che si è tenuta oggi, accogliendo 4 dei 5 motivi di impugnazione depositati dai pubblici ministeri e sostenendo come il Comune di Milano dovesse sospendere la pratica edilizia perché sono state violate "le misure di salvaguardia" che hanno lo scopo di impedire che "prima dell'approvazione" del piano urbanistico "vengano eseguiti interventi" edilizi "che compromettano gli assetti territoriali previsti dal piano stesso".

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