Regolamento Movida, Confcommercio: "Bene, ma andava fatto 15 anni fa"
Per controllare le nuove aperture di locali l'idea è di dividere Milano in tre zone: una rossa, una gialla e una verde "free"
Regolamento Movida, Confcommercio: "Bene, ma andava fatto 15 anni fa"
L'idea del Comune di Milano di regolamentare maggiormente la Movida trova l'apprezzamento di Confcommercio Milano. A farlo sapere è Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio Milano, a margine della presentazione della delibera di Giunta sulla movida, tenutasi questa mattina a Palazzo Marino. "Il tema della movida va affrontato in modo strutturale - ha affermato - e l’idea di portare un regolamento che disciplini le autorizzazioni andava fatto 15 anni fa. È da apprezzare il fatto che si voglia disciplinare questa cosa per il futuro. ll tema non è tanto che in via Lecco e via Lazzaretto ci sono 5mila persone in mezzo alla strada il venerdì, quella è una conseguenza purtroppo di un processo di liberalizzazione delle autorizzazioni per cui in via Lecco non ci devono essere 80 locali, ce ne devono esser 30."
"Dividere Milano in tre zone"
La proposta di Confcommercio, in particolare, è quella di dividere Milano in tre zone così da riuscire anche a discliplinare il numero massimo di locali. "La necessità è quella di avviare subito un iter procedurale affinché si arrivi in Consiglio comunale con una proposta per dividere, come noi abbiamo detto, la città in tre zone: una zona rossa in cui si dica "lì non si possono più aprire attività di somministrazione", una gialla con una percentuale di attività che possono essere aperte e una zona verde ‘free’. Questo consente anche di valorizzare una città dove non si concentri tutto al centro, in una zona 1, creando poi un problema di concentrazione di attività rispetto ai residenti".
In merito al tema dei dehor Barbieri ha chiarito che questi rappresentano "un valore aggiunto" perché "il fatto di avere un dehor permette di controllare meglio gli avventori, diversamente da come accade se c'è tutta la gente in piedi. Quindi bisognerebbe agevolare le occupazioni di questo tipo ma serve un regolamento, non bastano le ordinanze, che vengono impugnate con ricorsi su ricorsi".