Satanismo e violenze sulla figlia affidataria, il legale: "Vita rovinata"

Il legale della donna che accusa di essere stata vittima di stupri di gruppo a sfondo satanista da parte della famiglia cui era affidata: Andremo fino in fondo

Milano

Satanismo e violenze sulla figlia affidataria, il legale: "Vita rovinata" 

E’ un caso destinato ad aprire diversi fronti quella della coppia di genitori lombardi affidatari a cui la Procura di Milano ha applicato delle misure cautelari con l’accusa di violenze sessuali anche a sfondo satanista e protratte per molti anni ai danni di una donna che gli venne data in custodia dalla magistratura. “Il Csm e la Procura di Genova (competente sui colleghi di Siena, ndr)  valuteranno se ci siano state delle omissioni dei magistrati di Siena che si sono occupati della vicenda archiviando più volte le denunce della mia assistita” ha spiegato all’AGI l’avvocato Massimo Rossi che assiste la presunta vittima -. La sua vita è stata rovinata, quello che è successo se lo sogna ogni notte e nessun risarcimento in denaro può restituirle la serenità. Vogliamo però andare fino in fondo”.

La coppia ha continuato ad ottenere affidamenti di giovani

Rossi già negli anni scorsi ha più volte sollecitato il Csm sulle “anomale archiviazioni” ma sostiene di non avere mai avuto riscontri. Ora il caso si fa più complesso perché l’altro fronte che si è aperto è relativo ai giovani, minori o con situazioni di fragilità, che i giudici hanno continuato a dare in affido alla coppia, nonostante fosse noto, e questo è un punto fermo dell’intricata vicenda, che il padre affidatario è il genitore di un ormai ragazzo avuto proprio in seguito a dei rapporti sessuali con Silvia (nome di fantasia). La ragazza sarebbe stata oggetto di attenzioni perverse da parte dell'uomo che l'aveva in affido fin dal suo ingresso in casa a 17 anni.

Il punto fermo: la ragazza ha partorito un figlio dal proprio padre affidatario

“Ci sono tanti momenti di questa storia in cui la magistratura avrebbe potuto intervenire evitando che altri bambini venissero affidati ai coniugi – è la riflessione di Rossi -. Il primo è quando si accerta che il bambino era figlio della ragazza e del padre che l’aveva preso in affido (agli inizi degli anni 2000, ndr) ma anche quando nel 2018 in secondo grado i coniugi vengono condannati a Firenze per avere sequestrato la ragazza dalla comunità toscana in cui era finita per sottoporla poi a nuove violenze. La sentenza è stato poi dichiarata prescritta dalla Cassazione ma certo, se tieni fermo un fascicolo per otto anni come ha fatto la Procura…”. L’allontanamento delle persone  affidate è arrivato solo il 13 ottobre in seguito alle misure cautelari di obbligo della dimora e divieto di avvicinamento firmate dal gip di Milano.

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