Tutte le bugie di Alessia Pifferi: la limousine, la babysitter, il battesimo
Udienza in Tribunale a Milano per il processo alla donna accusata di aver lasciato morire di stenti la figlia Diana: la ricerca continua di soldi e le menzogne
Tutte le bugie di Alessia Pifferi: la limousine, la babysitter, il battesimo di Diana
Si è svolta oggi al tribunale di Milano la nuova udienza per il processo ad Alessia Pifferi, la 38enne accusata di aver lasciato morire di stenti la figlia Diana di appena 18 mesi la scorsa estate. Dalle deposizioni di oggi, in particolare quella del capo della squadra mobile di Milano Marco Calì, emergono nuovi sconcertanti dettagli sulle menzogne che la donna raccontava a chiunque rispetto al rapporto tra lei e sua figlia.
"Alessia Pifferi chiedeva soldi dicendo che erano per la figlia, ma erano per serate, vestiti e taxi"
"Alessia Pifferi chiedeva spesso soldi in prestito dicendo che le servivano per la sua bambina, ma in realtà li usava per pagarsi le serate, i vestiti e i taxi privati per spostarsi da Milano a Leffe'', ha spiegato Calì. A Leffe la donna intratteneva una relazione con un uomo conosciuto su un sito di incontri, cosa che non le impediva di frequentare altri uomini "dai quali si faceva pagare". Con alcuni di questi uomini la Pifferi parlava anche di Diana: "Malgrado si conoscessero da poco -ha detto il dirigente della squadra mobile di Milano- uno di questi le aveva chiesto di dormire abbracciati nella stessa stanza dov'era la bambina, o anche di poter baciare la bambina. E lei gli aveva risposto: 'Certo che lo puoi fare''.
In altre chat, ha aggiunto Cali, ''la Pifferi chiedeva prestiti di denaro, con la scusa che le servivano per la bambina, quando in realtà servivano per pagarsi le sue serate romantiche''. In questo contesto, è emersa anche la figura di un vicino di casa della donna con il quale lei ''interagiva moltissimo, attraverso un intenso scambio di messaggi. Le conversazioni riguardavano spesso gli incontri sessuali della Pifferi, inclusi i consigli per aumentare il numero di uomini da frequentare dietro compenso per potersi permettere il suo stile di vita dispendioso''.
La limousine per il battesimo (mai celebrato) della figlia Diana
La menzogna più clamorosa, quella relativa al noleggio di una limousine per 536 euro. Aveva detto che sarebbe servita per festeggiare il battesimo della picola Diana, mentre invece Alessia Pifferi la usò per una serata romantica con il compagno. Questo avveniva una manciata di giorni prima che la donna lasciasse poi per una intera settimana la figlia da sola.
La babysitter inesistente
Altre bugie riguardavano l'esistenza di una fantomatica babysitter. "Aveva dato versioni contrastanti sulla presenza di una babysitter che non era in loco e non si riusciva a identificare, avere un numero telefonico o un indirizzo per poterla rintracciare" ma "dall'analisi del telefono di Pifferi non vi era traccia di alcuna babysitter né contattata né messaggiata. I contatti erano con soggetti che erogano servizi di taxi privato presenti nella memoria del telefono". Così ancora Calì. "Inizialmente era stato dato un nome - ha dichiarato - poi un'utenza telefonica che non c'era, sono state chieste delle chat, ma non c'erano. Avevamo concluso che questa babysitter non esistesse".