“Blocco navale subito”, la Lega a Pontida bussa a Meloni

Invitata d’eccezione Marine Le Pen, con un Salvini ben determinato a difendere l’alleanza con lei, invisa a Forza Italia

Di Giuseppe Vatinno
Matteo Salvini a Pontida 
Politica

La Lega a Pontida 

Pontida da sempre scandisce l’inizio dell’anno politico leghista. Situato strategicamente vicino all’equinozio d’autunno, si tratta di un incontro dal forte contenuto simbolico che richiama la Lega bossiana degli inizi, quella dei riti dell’ampolla del dio Po per intenderci. E non bisogna mai sottovalutare la valenza simbolica, anche –e forse soprattutto- in politica. Quest’anno l’evento avviene proprio a fagiolo, come si direbbe.

Forse per questo Matteo Salvini ieri ha voluto lanciare un messaggio in francese, grazie alla Intelligenza Artificiale. Un omaggio questo alla vocazione sviluppista e tecnologica della Lega sancito anche dal rilancio del Nucleare e delle Grandi opere infrastrutturali.

Il quadro politico è infatti particolarmente a subbuglio e le Europee del prossimo anno già monopolizzano il calendario. Grandi manovre nel centro – destra per posizionarsi al meglio con una legge elettorale strettamente proporzionale che premia i singoli partiti e non le alleanze.

La Meloni atlantica si sposta al centro e la Lega si sposta a destra, andando a rioccupare uno spazio politico che è sempre stato suo, mentre Forza Italia sta al centro al guardare.

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Oggi a Pontida, non casualmente, è ricomparso sulla scena un vecchio militante, Mario Borghezio che rappresenta l’anima antica della destra leghista, insieme alle magliette con su scritto “blocco navale subito” che era, come si ricorderà, uno dei motti della Meloni pre – atlantica.

Alle dieci, puntuale come da tradizione, è iniziata la kermesse. Tutti ammassati nel pratone che vide la nascita della lega dei comuni lombardi contro l’invasore, l’imperatore Federico Barbarossa.

Il verde delle Prealpi, il verde delle magliette, il verde del prato. Invitata d’eccezione Marine Le Pen, con un Salvini ben determinato a difendere l’alleanza con lei, invisa a Forza Italia.

Salvini è stato chiaro: lui l’alleanza la vuole fare a tutti i costi con lei e non con i “moderati” popolari come invece vuol fare la leader di FdI, in cerca di consenso politico e stabilità appunto atlantica.

Il suo è un percorso che passa necessariamente da Washington e Bruxelles invece che da Mosca e Parigi, tanto per rimanere nella geopolitica.

Dietro a tutto questo il rapporto con Giorgia Meloni che cerca di barcamenarsi tra il centrismo bideniano e il putinismo naturalmente connaturato al centro – destra. Un ruolo molto usurante e difficile da mantenere e questo Salvini lo sa e agisce di conseguenza.

Ieri il leader leghista ha avuto parole di elogio dell’azione della premier ma la campagna elettorale delle Europee è già iniziata e i due partiti insistono praticamente sullo stesso elettorato.

Salvini rivendica come proprio il prossimo decreto sui migranti che Riccardo Molinari proprio oggi ha anticipato. Un decreto che prevede un forte inasprimento, un vero giro di vita sulla immigrazione irregolare con la presenza di un Cpr (Centro di permanenza e rimpatri) in ogni regione.

Non è piaciuto al Carroccio che la Meloni abbia piazzato la notizia della visita di Ursula von der Leyen a Pantelleria che è stato considerato un espediente mediatico per “tagliare l’erba sotto i piedi” al raduno di Pontida.

 

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