Bologna 30km/h, la città ferma tutto per sentire uccellini o per far cassa?

La città si è ribellata ma il sindaco invece di prendere atto della cavolata fatta tira dritto e gongola dei suoi quindici minuti di popolarità

Di Giuseppe Vatinno
Bologna, multe
Politica

Bologna a 30 km/h, quando Affaritaliani.it già otto anni fa parlava di "trentizzazione"...

Iniziamo con il ministro dei Trasporti Matteo Salvini: "Costringere un’intera città a bloccarsi a 30 all’ora rischia di essere un danno per tutti, a partire da chi lavora, senza benefici proporzionali in termini di sicurezza e riduzione delle emissioni". Un nuovo caso di scempiaggine amministrativa scuote e percuote l’Italia dei No Tutto. Il sindaco di Bologna Matteo Lepore ha “trentizzato” la città ponendo un limite assurdo alla velocità degli autoveicoli: 30 km/h, un limite oltretutto praticamente impossibile da rispettare per le automobili.

Chi scrive ha coniato già otto anni fa un termine suggestivo per descrivere la nuova mania che pervade non solo Bologna ma l’Italia e l’Europa: “trentizzazione” che non significa imporre il modello dell’Alto Adige ma avere questo assurdo limite di velocità. Ne avevo parlato qui la scorsa estate. L’articolo primigenio è invece addirittura del 2016 e riguardava l’Appendino (Torino) e la Raggi (Roma).

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Nel 2021 il premiato opificio Bruxelles aveva partorito una risoluzione parlamentare per rafforzare l’insana mania di sindaci alla ricerca di visibilità mediatica ma finora nessuno era giunto ai livelli del sindaco di Bologna Lepore che ha esteso il divieto a tutta la città. Le motivazioni della decisione sono naturalmente ecologiche anzi, più che ecologiche. Si inquinerebbe di meno (ma non è vero a causa della bassa velocità le emissioni aumentano) e soprattutto udite udite verrebbe coperto “il canto degli uccellini” (sic, copyright Lepore ndr).

Uno studio francese del Cerema, la principale agenzia pubblica francese per la pianificazione urbana, stabilisce ad esempio che la CO2 ha un minimo a 60 Km/k, esattamente il doppio della norma bolognese. Sotto i 30 poi l’inquinamento ha il suo massimo.

La città si è ribellata ma il sindaco invece di prendere atto della cavolata fatta tira dritto e gongola dei suoi quindici minuti di popolarità affermando che sono state dette fake news, parolina magica in voga ora per tentare di salvarsi le terga.

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Questa norma nefasta che infesta molte città italiane ma anche europee è sospettata di non essere solo ideologica - e cioè facente parte della crociata mondiale della sinistra contro il progresso tecnologico- ma anche molto più banalmente di essere estata redatta solo per fare cassa spillando ulteriori soldi ai cittadini con le multe. Naturalmente Lepore si è affrettato a dire che no, per carità non è vero, le multe sono previste solo per sei strade ben precise di Bologna e non per tutte. Intanto c’è già stato il primo multato perché andava a ben 39 Km/h.

Se l’esigenza della sicurezza – che naturalmente è sempre fondamentale. - fosse poi la vera stella polare della misura allora si dovrebbe sapere che esistono – ad esempio nelle autostrade - limiti di velocità inferiori per cui si viene multati. Infatti anche la bassa velocità può essere molto rischiosa tralasciando poi gli aspetti sulle attività produttive che stanno collassando a Bologna visto che la città sembra vivere a rallentatore, in una sorta di slow motion perenne.

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