Bonaccini: che autogol con Giarrusso! L'ex M5S non può prendere la tessera
Le polemiche sul suo riposizionamento sono un assist per Elly Schlein, anche perché lo Statuto impedisce l'iscrizione dell'ex Iena
Lo Statuto del Pd è chiaro: Giarrusso non può avere la tessera. A meno che...
Il caso-Giarrusso rischia di rivelarsi un autentico boomerang per Stefano Bonaccini, lanciatissimo verso la conquista del Partito Democratico. Il Presidente dell’Emilia-Romagna è strafavorito sia nei sondaggi, sia nel risiko dei posizionamenti che vede la maggior parte dei leader Dem schierati dalla sua parte. Tuttavia, l’apparizione dell’ex Iena al suo evento milanese del weekend si è rivelato una vera e propria bomba e adesso è tutto uno scaricabarile tra chi diceva che gli accordi erano altri (colpa degli organizzatori locali?) e chi invece rinfaccia a Bonaccini la paternità politica di un’operazione che sta facendo infuriare la base del partito, già peraltro abbastanza incazzata per una serie di validi motivi.
Senza nemmeno arrivare alle voci sugli ex ministri Di Maio e Spadafora, anch’essi dati in avvicinamento al Nazareno, l’epifania di Giarrusso sta riaccendendo le speranze della principale avversaria di Bonaccini: la sua ex vice Elly Schlein, che potrebbe capitalizzare il voto dei numerosi iscritti e simpatizzanti rimasti a bocca aperta di fronte a questa inattesa notizia. Eppure, potrebbe essere l’ennesimo caso di “tanto rumore per nulla”: basta guardare lo statuto del Pd (art. 10 comma 4) per capire che Giarrusso non può iscriversi al partito. E’ infatti impossibile accettare l’iscrizione di chi nelle elezioni si è schierato con forze politiche alternative al Pd o “comunque non autorizzate” dal Pd stesso.
E Giarrusso, dopo aver lasciato il M5S nel maggio 2022 ha fondato con Cateno De Luca il movimento Sud chiama Nord, assumendone la carica di segretario, ed ha partecipato alle regionali siciliane dello scorso 25 settembre, in contemporanea con le politiche. Quindi, per lui la tessera del Pd resterà un miraggio, a meno che non ci sia una deroga specifica.
Spesso i Dem dribblano le loro stesse regole, specialmente sulle ricandidature, ma sul caso-Giarrusso difficilmente qualcuno vorrà esporsi. Anzi, Bonaccini spera che la vicenda non sia già andata troppo oltre.