Politica

Giarrusso nel Pd? Ha fatto tutto da solo. E Bonaccini prende le distanze

Di Giuseppe Vatinno

Dopo la repentina decisione di entrare nelle file del Partito Democratico, tra i dem ha iniziato a serpeggiare un certo imbarazzo

Giarrusso nel Pd: la sua è una scelta "solitaria"

Ci eravamo occupati ieri 29 gennaio del caso Giarrusso scrivendo che non sembrava essere una buona mossa per BonacciniE magari la reazione della stampa e dei social a qualcosa è servita perché poi Bonaccini ha dichiarato la sera stessa alla chiusura della sua convention: "Noi siamo un partito aperto a chiunque. Se Giarrusso vorrà iscriversi, prima di tutto chieda scusa a chi ha ferito in passato e dimostri di accettare le regole e il percorso del Pd".

Insomma un vero e proprio disconoscimento. Ma riavvolgiamo il nastro. Il passaggio del discorso tenuto che ha irritato i vertici del Pd è questo: "Nessuno può dirmi che salgo sul carro del vincitore, visto il momento di difficoltà del Pd. È normale chi mi attacchino, ma ho una mia forza, come tutti sanno, e sono sempre stato un elettore di centrosinistra prima di scegliere il M5S, ci sono stati ingressi di persone molto più distanti". Poi la replica ai big che lo hanno apertamente attaccato chiedendogli di chiedere scusa: "Provenzano ricorda malissimo: io non ero candidato in Sicilia con Cateno De Luca e non ho appoggiato nessuno. Mi stupisce, abbiamo sempre avuto un buon rapporto. Nardella ha fatto una bella dichiarazione per cui lo ringrazio, e a Fassino dico che sono certo lavoreremo bene insieme".

Soprattutto la polemica con Provenzano non è stata presa bene. In effetti non si capiva il significato di quello che è sembrato a tutti un autogoal per Bonaccini. E quello che ora sta emergendo che Giarrusso avrebbe sostanzialmente fatto tutto da solo o forse con la complicità di qualcuno, ma non Brando Benifei capo delegazione europea del Pd, come era sembrato in un primo momento. Lo spazio per l’eurodeputato era invece quello sulla comunicazione digitale ma che non prevedeva affatto di parlare di politica come invece ha fatto l’ex iena.

Una fonte che ha voluto mantenere l’anonimato ha detto: “Gli accordi con lui non erano questi”. Un comportamento imbarazzante di cui comunque si stanno cercando eventuali “colpevoli” nell’ambito di chi ha gestito l’organizzazione. Ma sembra proprio che l’ex grillino abbia fatto tutto da solo ed abbia approfittato dello spazio concessogli allargandosi a temi personali. Qualche giornalista ha voluto ricordare la favola di Esopo sulla rana - Pd  e lo scorpione - Giarrusso: è difficile rinunciare ai proprio istinti atavici. Per il resto Bonaccini ha voluto chiudere la polemica parlando invece di cosa sarà il Partito democratico se riuscirà a vincere la competizione interna: "Di sinistra e riformista" che ha il lavoro ("per occuparsi del quale non è necessario cambiare nome") e la lotta alle disuguaglianze come bussola. Con una aggiunta: "Onestà, sobrietà e legalità sono le parole per rimanere nel Pd".