Capalbio, i radical chic della Sinistra pronti a una nuova stagione

Pre-lampadati, con la "r" moscia, la villa vista mare e un bicchiere di champagne ghiacciato tra le mani: i ricchi di Sinistra si preparano per l'estate

Di Giuseppe Vatinno
Spiaggia di Capalbio. Rutelli, Fassino, Testa, Petruccioli e Prodi
Politica

Estate a Capalbio tra miti, visi e manie dei “sinistri”. L'analisi 

Nulla è più radicato nell’immaginario collettivo della mitica Casalinga di Voghera o dei Radical – chic di Capalbio. Dopo il periodo delle piogge un anticiclone africano distanza in Algeria ci sta gratificando dei suoi doni. La sabbia si arroventa, il sole scotta, il mare azzurro invita allo sguazzo e –come ogni anno- i vipponi di Capalbio sono ricomparsi magicamente dal nulla. Sono tornati come le cicogne e fino ai primi di ottobre saranno stanziali nella località toscana assurta negli anni a tempio sacro dei radicalchicchismo nostrano.

Hanno tutti la “r” moscia, anzi moscissima. Sono pre – lampadati e hanno l’ombelico volitivo. Avete presente la grande Mariangela Melato nel film “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto” di Lina Wertmüller? Raffaella Pavone Lanzetti, una ricchissima borghese milanese è alle prese con il suo marinaio Gennarino Carunchio, interpretato da Giancarlo Giannini.

Oppure avete presente la Contessa Serbelloni-Mazzanti-Viendalmare di fantozziana memoria? Questi sono i tipi da spiaggia – è il caso di dirlo- che si possono trovare in quei luoghi. Ma cosa li unisce? Presto detto. Il radical – chicchismo. E cosa è questo radical-chicchismo? Una categoria dello spirito, prontamente rispondiamo. Per essere radical – chic occorre soddisfare certi ben determinati requisiti. Elenchiamo i principali. Prima di tutto, condizione necessaria ma non sufficiente, occorre essere “ricchi di sinistra”. 

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Questo si porta dietro delle inevitabili conseguenze tipo: abitare in attici nei centri storici di Roma, Milano o città d’arte etrusche, possedere il permesso ztl, leggere o aver letto Marcuse, la Scuola di Francoforte, Sartre ed essere “esistenzialisti”. Essere depressi. Immalinconirsi appena si vede un senza fissa dimora. Indignarsi perché esiste la povertà. Avere la residenza in Svizzera, come Carlo De Benedetti. Avere sul comodino la foto, con cornice d’argento, di Massimo Giannini e Marco Damilano.

Stravedere per uno dei capi fondatori del clan, Alberto Moravia e adorare ancora la principessina Dacia Maraini ed essere abbonati a “Nuovi Argomenti” che non arriva mai e se arriva è utile per bloccare le finestre delle ville di Capalbio. Inoltre occorre organizzare a getto continuo party e feste in cui non deve mancare mai il salmone, le ostriche e il caviale.

Il tutto innaffiato da litri di champagne ghiacciato. Occorre essere iscritti al Pd (condizione, questa, imprescindibile), alcuni membri particolarmente devoti sono iscritti a robe con Fratoianni, ostentare false conoscenze con Bertinotti o Bellocchio. I più sfrontati ed anziani dicono di aver conosciuto il “subcomandante Marcos”.

Occorre andare a settembre alla mostra del cinema a Venezia. Vedersi tutti i film di Nanni Moretti rigorosamente con abiti infeltriti anni ’70. Amare la Sacher Torte e la marmella di albicocche. Struggersi per le borgate romane, in specie e nell’ordine orario del Raccordo: “Tufello, Torre Angela, Tor Tre Teste, Tor Sapienza, Tor Bella Monaca, Laurentino 38, Spinaceto, Corviale, Primavalle, Tor Lupara”. Stravedere per alcuni quartieri della capitale: Testaccio, Trastevere, Monteverde vecchio ed il Pigneto, terra di registi e birre. Mandare i figli a stage e/o kermesse a Forte Prenestino okkupato (si prega di lasciare le Maserati a distanza ed entrare in motorino).

Leggere sulla spiaggia polpettoni da migliaia di pagine, come “La scuola cattolica” e avere dietro i fumetti di “Zerocalcare”. Condizione inalienabile dei mattoni è che abbiano vinto il premio Strega. Indignarsi sotto l’ombrellone per la “borgatara” (mi raccomando la r moscia), al secolo Giorgia Meloni. Gli uomini discettano invece del ritorno del fascismo, anzi del “fassismo”. La pronuncia deve essere romagnola originale predappiana e certificata da ‘Gnazio La Russa.

Prendere in giro il ministro Francesco Lollobrigida (r moscia, mi raccomando) che alcune snob parioline definiscono ridacchiando “Barney”, dal noto personaggio dei Flinstone. I radical - chic di Capalbio possono poi riconoscersi da segni o stigma evidenti.

Sono addobbati con costumi da mille euro e più e hanno al polso orologioni e sullo sdraio giornaloni. Alcuni però, di spirito più sbarazzino, fanno mostra de Il Fatto Quotidiano che, pare, tiene bene l’olio dei fritti, come dice la loro servitù. Servitù che qualche volta li raggiunge in spiaggia perché il “signorino”, che sarebbe poi il figlio semi – delinquente e mezzo analfabeta, non è tornato per pranzo perché è andato a mignotte o peggio. Poi ce lei, la nuova idola dei radical – chic: Elly Schlein.

Tutti sulla spiaggia sono fluidi, il mare è fluido ed anche le farfalle ormai si tengono lontane da questi umani depravati temendo per i loro delicati sfinteri, miracoli della natura. Ogni matrona abbronzata ed inanellata ha il suo armocromista che le consiglia l’abbinamento migliore del pelo inguinale con i capelli e le sopracciglia.

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I rapporti delle frequenze di risonanza dei colori devono essere misteriosamente uguali a pi greco. Gli uomini hanno fatto una cura ormonale e gli è cresciuto finalmente qualche pelo che coltivano con riverita deferenza tra l’ammirazione generale e l’orgoglio delle mogli. Certo, la servitù qualche volta si confonde e qualche “collaboratore villesco” peruviano è stato visto con un passamontagna fare “lavoretti” notturni non meglio identificati. Riparava panchine? Preparava attentati? Sollazzava le padrone? Non si sa. Occorre chiedere all’Elevato.

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