Caso Cospito, il segretario Delmastro (Fdi) non deve dimettersi

Nel bel Paese, diceva Bettino Craxi, quando si intende rinviare, sine die, la soluzione di un problema, si nomina una commissione d’inchiesta…

Di Pietro Mancini
Andrea Delmastro Delle Vedove
Politica

Caso Cospito, il segretario Delmastro (Fdi) non deve dimettersi

Comprendo l’amarezza di Silvio Berlusconi e delle figlie, che hanno esternato amarezza, nel giorno in cui l’ex premier è stato assolto nel processo “Ruby ter”, che ha segnato, hanno detto al Corriere Barbara e Marina, “la fine di un massacro e di una lunga persecuzione”. È giusto ricordare anche i calvari, nei tribunali e nelle carceri, di tanti italiani, non ricchi né ben assistiti, come il “Cav” da Coppi e dal compianto Ghedini. 

Intanto il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro (Fratelli d'Italia), sarà sentito oggi dai pm di Roma nell'ambito dell'inchiesta per presunta rivelazione e utilizzazione del segreto d'ufficio, nell'ambito della vicenda legata all'anarchico, Alfredo Cospito, sottoposto al 41 bis e dall'ottobre scorso in sciopero della fame.

Il sottosegretario, infatti, è stato iscritto nel registro degli indagati dalla procura capitolina. Non deve dimettersi. Altrimenti, 48 ore dopo l’assoluzione di Berlusconi, le toghe politicizzate pareggerebbero i conti con la politica. Strano che non lo abbia compreso il PD, che “tifa” contro il governante meloniano e ritiene che sia giusto utilizzare l’aiutone dei pm romani per mettere in difficoltà l’esecutivo di centrodestra.

Quanto alla proposta di alcuni deputati forzisti di istituire una commissione parlamentare di inchiesta sull'uso politico della magistratura, per fare chiarezza su 25 anni di inchieste, molte usate come armi nello scontro politico, non so se lei ricordi un’osservazione di Bettino Craxi, caro amico dell’ex Presidente del Milan.

Nel bel Paese, diceva l’allora segretario del Psi, quando si intende rinviare, sine die, la soluzione di un problema, si nomina una commissione d’inchiesta… E sono comprensibili le resistenze di Giorgia Meloni, impegnata a fare di “Fratelli d’Italia”, il primo partito del centrodestra, una “force tranquille”, di mitterrandiana memoria, una forza moderata, i cui esponenti possono polemizzare con qualche magistrato vicino alla sinistra. 

Ma i meloniani non devono contrapporsi a tutto l’ordine giudiziario, la cui maggioranza, come ha ammesso lo stesso Berlusconi, è formata da “magistrati corretti, indipendenti e imparziali”. E l’attuale Guardasigilli, Carlo Nordio, è molto stimato, nella maggioranza e nei settori garantisti dell’opposizione.

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