Caso De Angelis, surreale chiedere le sue dimissioni: ecco perché...

Perché un cittadino (anche se è collaboratore di un presidente di Regione) non può esprimere, legittimamente, un dubbio su una sentenza? Il commento

Di Pietro Mancini
Politica

Marcello De Angelis, perchè chiedere le sue dimissioni è surreale. Il commento

Non conosco Marcello De Angelis. Perché tutti tacquero, quando venne eletto in Parlamento con AN e si scatena la bufera ora, con Giorgia Meloni efficiente premier a Palazzo Chigi? Eppure egli non collabora con la giovane e attiva Presidente del Consiglio! Fu condannato e ha scontato la pena. Come Sofri, editorialista de “La Repubblica”, dopo la stangata come ispiratore dello spietato delitto Calabresi, eseguito dai militanti di “Lotta continua”, uno dei quali, Pietrostefani, è libero, come l’aria, a Parigi. 

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Equilibrata la presa di posizione del governatore del Lazio, Francesco Rocca, che ha assunto De Angelis come responsabile della comunicazione: "Marcello ha un ruolo tecnico per il quale è stato scelto, vista la sua pluriennale esperienza professionale e che non ha nulla a che fare con l’indirizzo politico dell'Istituzione, che mi onoro di rappresentare". Perché un cittadino (anche se è collaboratore di un presidente di Regione) non può esprimere, legittimamente, un dubbio su una sentenza? Le sentenze vanno, certamente, rispettate, ma si possono discutere. Non sono dogmi né materia di fede. Da questo punto di vista, è surreale e da respingere la richiesta di dimissioni di De Angelis, avanzata dai settori giustizialisti della sinistra.

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