Che fine ha fatto Rocco Casalino? Il probabile ritorno dopo il Congresso Pd

Il comunicatore dei due governi di Giuseppe Conte, nel 2000 raggiunge la sua popolarità grazie alla partecipazione al reality del Grande Fratello

Di Giuseppe Vatinno
Politica

Che fine ha fatto Rocco Casalino? Il probabile ritorno dopo il Congresso  del Pd

Il grande comunicatore dei due governi di Giuseppe Conte, Rocco Casalino, non si vede e non si sente più e da diverso tempo ed è scomparso dal radar della politica, eppure è ancora dentro il Movimento Cinque Stelle.

Casalino nasce nel 1972 nella allora Germania federale, a Frankenthal, una città del Palatinato famosa per la produzione manifatturiera di pregiate porcellane, ma la famiglia è italiana di Ceglie Messapica, in provincia di Brindisi. Vi rimarrà fino all’età di 16 anni e dopo aver frequentato un liceo classico in Germania si diploma ad un istituto tecnico commerciale in Puglia. Si trasferisce poi a Bologna dove si laurea in ingegneria elettronica scegliendo il ramo gestionale.

La sua notorietà pubblica data il 2000 quando partecipa alla prima edizione del reality show del Grande Fratello. Si classificherà al quarto posto venendo poi eliminato solo alla penultima puntata. L’esperienza però è il trampolino di lancio per la TV perché Rocco è un ragazzo sveglio e dal fisico statuario, percependo subito l’occasione che gli si è presentata. Entra quindi nella scuderia di Lele Mora e viene notato da Maurizio Costanzo dove acquisisce ulteriore notorietà per le liti con Platinette e Solange, al limite dello scontro fisico.

Approda nel 2004 a TeleLombardia dove resterà fino al 2007 e in cui diviene giornalista professionista. Nel 2011 comincia ad occuparsi di politica con il Movimento Cinque Stelle, che in quegli anni è ancora in una fase primordiale e si muove ancora nell’orbita di Italia dei Valori e di Antonio Di Pietro. Nelle elezioni del 2013 il Movimento sbarca massicciamente in Parlamento e nel marzo 2013 Casalino diviene il vice di Claudio Messora che è responsabile comunicazione al Senato.

Ma è nel 2014 che fa il colpaccio: diviene infatti responsabile Media per il Senato e portavoce e coordinatore nazionale del Movimento Cinque Stelle. La consacrazione avviene nel 2018, dopo la vittoria alle politiche, quando per tre anni e cioè fino al 2021, data della caduta del Conte 2, è capo ufficio stampa del Presidente del Consiglio. È il momento di massimo fulgore e il vertice della sua carriera comunicativa.

Dal luglio 2022 continuerà a collaborare col Gruppo al Senato e non più alla Camera. In vista delle elezioni anticipate rinuncia a candidarsi ma riottiene un ruolo centrale nella campagna elettorale di Conte che si trova davanti a un difficile obiettivo: evitare il tracollo. Obiettivo che verrà inaspettatamente raggiunto. Omosessuale dichiarato, in seguito ha ammesso poi una bisessualità, ha sempre attratto l’attenzione dei media che lo considerano comunque un personaggio.

Ma perché Casalino non ha presentato l’autocandidatura alle ultime elezioni?

In una intervista a Open ha dichiarato che il suo nome sarebbe stato ancora divisivo, come lo fu nel 2013 per il Consiglio regionale della Lombardia. Nell’intervista fece riferimento ad una sorta di “maledizione del Grande Fratello” in quanto –a suo dire- chi avesse partecipato a tale trasmissione ricavandone grande visibilità e popolarità poi non poteva essere più credibile per la politica, arrivando a parlare di un “metodo Boffo” utilizzato su di lui ogni qual volta tentava la via della politica diretta.

Dunque la sua candidatura -ha aggiunto- avrebbe potuto danneggiare direttamente Conte, proponendosi però esplicitamente per la prossima volta. Come dicevamo all’inizio Casalino è scomparso mediaticamente dopo le ultime elezioni, ma il suo rapporto con Giuseppe Conte è stato e continua ad essere buono ed ancora si occupa di comunicazione per il gruppo al Senato, un impegno gravoso e costante.

C’è da capire quale sarà il suo ruolo futuro nel Nuovo Movimento Cinque Stelle a cui Conte sta imprimendo una forte connotazione moderata per competere direttamente con il Partito democratico con l’ambizione, non espressa ma intuibile, di diventare poi il leader federatore della sinistra, anche se occorrerà aspettare il nuovo Segretario dei Dem.

La spinta propulsiva di Conte fa quindi intravvedere un ritorno attivo sulla scena della comunicazione per chi comunque ha gestito il delicato incarico da Palazzo Chigi in uno dei periodi più critici per la Repubblica e cioè durante la pandemia.

 

 

 

 

 

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