Chi è Fabio Salamida, l’unico giornalista seguito dalla Meloni?

“Piace alle donne”

Di Giuseppe Vatinno
Politica

Il mistero si infittisce

Un mistero corre sui Social.

Se si va a guardare il profilo Facebook di Giorgia Meloni ci sono due cose che risaltano immediatamente: 2,7 milioni di follower e 23 seguiti, proporzione standard per i personaggi molto famosi.

Se poi si magnifica il secondo dato si vede che tra i 23 ci sono tutti i suoi ministri, Fratelli d’Italia, I Conservatori e Riformisti Europei – di cui la Meloni è presidente - e tal Fabio Salamida. Il pensiero, lo confesso, mi è corso a Don Abbondio e ai Promessi Sposi e specificatamente a Carneade.

Allora uno pensa che sia un politico, un consigliere, un amministratore delegato, un Potente sotto mentite spoglie, un soffice giocoliere, un Sufi innamorato, un mistico che mastica mosto e invece cliccando si apre il profilo di un giornalista napoletano che vive a Roma.

La presentazione è stringata ma efficace e immodesta. Si definisce un: “Giornalista, scrive di politica e attualità. Un socialista che piace alle donne. Migliora con l'età”. Non è un vino, non è un vermut è Fabio Salamida.

Alla data attuale ha 229.792 follower mentre ne segue 340, tra cui non c’è la Meloni. Il mistero si infittisce.

Nella foto ha un profilo mengoniano, da Basso Impero, e questo spiega l’autoesaltazione del “piace alle donne”.

È presente anche su Instagram dove ha 22.700 follower e segue 1.191 profili. Anche su Twitter le performance sono ottime: 30.582 follower a fronte di 4.615 seguiti.

Ma di cosa parlano i post che illustrano il Salamida - pensiero?

Naturalmente, da “socialista”, il bersaglio è il centro – destra che lui vede con il fumo negli occhi. Dice di scrivere su today.it. dove fino a poco tempo fa, era direttore tal Alessandro D’Amato che c’ha il pallino del complottismo.

Ma vediamo gli ultimi post del Salamida.

In risposta ad un articolo di Filippo Facci: “Noi le diamo la maglia azzurra. La Egonu ci dà dei razzisti” scrive di getto, con irosa pervicacia:

“Noi diamo loro finanziamenti pubblici perché vendono 23 copie e senza quei soldi chiuderebbero domani. e redazione di “Libero” fanno scrivere idiozie a Filippo Facci”.

Prosegue con flash alla Principe Harry:

 “È più grave strappare la foto di un viceministro che in passato si è vestito da nazista o il fatto che uno che oggi fa il viceministro in passato si sia vestito da nazista?”.

Poi parte di nuovo di trip solipsistico e autoesaltatorio e posta un montaggio in cui la Ferragni ha scritto dietro la schiena: “Fabio Salamida è un gran figo” (te piacerebbe Salamì, eh?) con il commento: “Guardare Sanremo serva a capire dove va il Paese reale”. Come si vede un tipetto modesto e timorato di Dio.

Ed ancora si cimenta con la poesia in prosa, novello emulo di Rimbaud:

In Europa va in scena l’Italietta del popolino sovranello (come il vino tavernello, ndr). Ovviamente ogni popolo è libero di votare a maggioranza (relativa, nel nostro caso) la Giorgia Meloni o il Viktor Orbán di turno: ma non si può pretendere che Paesi come Francia e Germania, almeno in questa fase, trattino l’Italia come un partner di pari livello.

Insomma, se scegli di essere l’Ungheria, devi anche accettare di contare come l’Ungheria. Unica accortezza: se esagerate con la paprika quando fate il Gulasch, dopo non lamentatevi per i bruciori”. Un indubbio contributo di raffinata analisi di geopolitica strategica.

E poi torna su Fratelli d’Italia che fa segno di una acuta analisi storica che farebbe impallidire il professor Barbero e turbare anche il posato Paolo Mieli:

“Ragazzi, ve lo ripeto. È inutile che vi scandalizzate per personaggi come Delmastro e Donzelli. Questi stavano al 4%. Dopo aver passato anni ad urlare come assatanati dall’opposizione hanno vinto il Superenalotto. Pretendete pure che siano capaci? E su…”.

Infine chiude su Donzelli, con cui deve avere un conto aperto:

“Festival di Sanremo e politica. Nasce prima il rap di Fedez o il viceministro che vent’anni prima, per festeggiare un addio al celibato, pensa bene di travestirsi da nazista? Il cantante gender fluido la ministra della famiglia che discrimina le famiglie arcobaleno? Domande a cui siamo ormai abituati e che non sempre trovano una risposta. Quello che è certo è che Sanremo non è solo un’orchestra e delle voci”.

Insomma, abbiamo capito il tipo e perché Giorgia Meloni gli abbia regalato l’onore di essere così attenzionato da vicino.

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