"Inflazione resta alta? Indicizzeremo ogni tre mesi pensioni e stipendi"

Intervista al senatore ed economista della Lega Claudio Borghi, capogruppo in Commissione Bilancio

Di Alberto Maggi
Claudio Borghi
Politica

"L'Italia non è affatto un problema per mercati ed Europa. Infatti lo spread scende"
 

"La speranza di tutti è che quella dell'inflazione sia solo una fiammata. E se rientrano i prezzi dei costi dell'energia potrebbe addirittura esserci una deflazione. Ma laddove l'inflazione fosse persistente, in quel caso dovremmo intervenire". Lo spiega ad Affaritaliani.it Claudio Borghi, capogruppo della Lega in Commissione Bilancio al Senato. "Sulle pensioni l'indicizzazione al costo della vita già esiste, annuale, e potrebbe diventare trimestrale. La stessa cosa si potrebbe fare per salari e stipendi. D'altronde ho parlato proprio in questi giorni con rappresentanti di Confindustria per questioni relative al Decreto Aiuti Quater. Si lamentavano per l'aumento dei costi in particolare energetici e per l'inflazione, comprendiamo il loro punto di vista ma gli ho detto di mettersi la mano sul cuore perché, così come le aziende hanno problemi, anche i loro dipendenti non sono messi bene".

Quanto ai rilievi dell'Unione europea sulla Legge di Bilancio, in particolare - pare - su tetto al contante e limiti al Pos - Borghi non si dice affatto preoccupato. "Ho incontrato molti investitori e ho visto un atteggiamento positivo nei confronti dell'Italia. Rispetto alla guerra che c'era all'inizio del governo giallo-verde nel 2018 l'atteggiamento di Unione europea e mercati è decisamente più rilassato. Non mi pare che da Bruxelles ci sia l'intenzione di fare guerra al governo italiano".

Merito della prudenza del ministro Giancarlo Giorgetti, una garanzia per l'Ue? "Merito di tutta la squadra. E comunque l'Italia non ha bisogno di particolari garanzie. Siamo un Paese con una struttura del debito pubblico a tasso fisso a lunga scadenza in presenza di tassi alti di inflazione, ci garantiamo da soli. Analisti economici importanti e famosi, anche stranieri, sanno perfettamente che ci sono Paesi che hanno problemi più urgenti del nostro. Ad esempio la Germania, più esposta sui costi energetici di noi. Ad esempio l'Olanda, dove l'inflazione è più elevata. O altri Paesi che hanno un debito pubblico indicizzato in maniera meno conveniente del nostro. Non mi pare affatto che l'Italia sia fonte di instabilità e la prova è lo spread che sta scendendo", conclude il leghista Borghi.

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