Così Matteo Salvini si è ripreso la scena politica

Il leader della Lega sa che è a un snodo fondamentale della sua carriera: ecco come vuole giocare le sue carte

di Vincenzo Caccioppoli
Matteo Salvini e Massimiliano Fedriga
Politica

Matteo Salvini è di nuovo al centro della scena

“Siete voi giornalisti che lo davate già morto, mentre Matteo è più vivo che mai. Sulle nomine ha fatto un vero e proprio capolavoro di tattica politica. E’ riuscito ad ottenere il massimo, senza fare irritare la Meloni e il che certo non è semplice. Ma d’altra parte già sulla formazione del governo il suo lavoro è stato eccellente”. Questo è il commento carpito da uno dei senatori leghisti più fedeli al segretario, che esprime tutta la soddisfazione del partito per come si è chiusa la partita delle nomine.

Salvini da tempo sta giocando una sua personale (anche se latente) sfida con la premier, di cui indubbiamente patisce il decisionismo e il suo successo personale. Ma al contrario del passato, quando le sue intemerate erano proverbiali e portavano ad immediate e poco riflessive sfuriate e attacchi, sia attraverso la stampa e sia via social, che inevitabilmente attiravano su di sé critiche e dissapori, non solo dall’esterno, ma anche all’interno della stessa Lega. 

Ora Salvini è molto più riflessivo, lavora nell’ombra (non a caso sulle nomine ha stretto un patto di ferro con Gianni Letta, che dell’aplomb e del lavoro sottotraccia ne ha fatto uno stile di vita inconfondibile ) ma riesce ad essere più incisivo e autorevole rispetto a prima. Già in occasione della formazione del governo Meloni, il suo ruolo di mediatore fra Fdi e Forza Italia è stato determinante per la coalizione ma anche per il suo partito, che rispetto al partito di Berlusconi ha certamente ottenuto di più, malgrado un peso elettorale quasi identico. 

Con la premier il rapporto è rimasto sempre franco e cordiale, malgrado molti pensino (o forse in certi casi sarebbe meglio dire sperino) non sia affatto così. Il partito, come ammette senza indugio, sempre il solito senatore suo fedelissimo, è tornato compatto attorno a lui (anche se in realtà nessuno si era mai sognato di metterlo davvero in discussione, a cominciare proprio dai due principali indiziati per sostituirlo, Zaia e Fedriga). Anche il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti, da tempo indicato come uno dei più critici verso il segretario, alla fine lo ha invece caldamente appoggiato, nella scelta di Cattaneo all’Enel, ed  anche il suo intervento, secondo i bene informati, ha contribuito a convincere la premier ( e il suo fidatissimo sottosegretario Giovan Battista Fazzolari, vero regista per la premier nella trattativa sulle nomine). 

Nel governo, dopo le nomine, Salvini ha certamente rafforzato il suo ruolo centrale, dopo che i problemi di salute di Berlusconi avevano fatto immaginare un possibile patto di ferro della premier con Tajani e con la famiglia del leader, per rafforzare l’ala governista di Forza Italia e mettere a tacere i malumori che ancora covano sotto la cenere di un partito sempre meno controllabile. La Meloni dal canto suo, pur avendo comunque tenuto il pallino sempre nelle sue mani ( ottenendo anche, come promesso, di nominare la prima donna ad in una grande partecipata italiana, aggiungendo l’ennesimo record alla sua straordinaria parabola politica) ha dovuto assecondare l’alleato per evitare possibili problemi alla sua maggioranza

Il momento è delicatissimo e la premier sa bene che la compattezza della maggioranza per i prossimi sarà fondamentale, e quindi è troppo intelligente per rischiare attriti o divergenze per la scelta di un manager rispetto ad un altro. Chissà se nella lunga notte della trattativa, la Meloni non avrà pensato, per un attimo, alle parole del capogruppo al senato Massimiliano Romeo sui debiti del Pnrr e quelle ancora più clamorose del capogruppo alla Camera Riccardo Molinari a questo giornale sempre sulla delicatissima questione del Pnrr, sue fra i massimi dirigenti del partito. Ed è anche questo un evidente segnale del cambio di passo di Salvini, che invece di esporsi in prima persona, manda avanti i suoi sodali, per lanciare messaggi, smorzando poi lui stesso le polemiche sul nascere. 

Gli ultimi sondaggi, che indicano la Lega in lenta ma costante crescita, sembrano premiare questa nuova strategia salviniana, che conta proprio su questo suo nuovo atteggiamento per riuscire a recuperare consensi in vista del prossimo appuntamento elettorale delle Europee. In quel caso, infatti, considerando il chiaro tentativo della Meloni di allearsi con i popolari ( approfittando della sponda di Forza Italia ) per giocare un ruolo da protagonista anche in Europa, Ma così facendo senza un risultato elettorale importante, Salvini e la Lega rischierebbero un serio ridimensionamento, causato dal fatto di appartenere al gruppo di Identità e Democrazia, che nel nuovo parlamento potrebbe vedere il suo peso diminuire ulteriormente. Salvini ha capito benissimo che i prossimi mesi saranno decisivi per il governo e per la Lega. 

E sa anche bene che questo potrebbe essere davvero l’ultimo treno per la sua lunga carriera politica, e non sembra questa volta disposto a farselo sfuggire, con colpi di testa o scatti in avanti, come quello dell’estate del 2019, che fece cadere il governo Conte 1, facendo precipitare il consenso e la fiducia delle gente in lui e nel suo partito.
 

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