Cospito, caso Donzelli: la Serracchiani attacca, "si dimetta". Le reazioni

Il ministro Nordio in aula per un'informativa urgente sui casi Cospito e Donzelli. Baldino (M5S): "La sua reticenza ha il sapore della complicità"

Politica

Le reazioni politiche alle parole di Nordio sullo sciopero della fame di Cospito, sul 41bis e sul caso Donzelli

Le reazioni politiche alle parole del ministro della Giustizia Carlo Nordio, in aula per una informativa urgente sullo sciopero della fame dell'anarchico Alfredo Cospito, detenuto in regime 41bis, e il caso Donzelli finito nel caos per aver rivelato informazioni sensibili sulla visita di alcuni parlamentari del Pd al detenuto succitato. 

Pd, Debora Serracchiani a Nordio: "Donzelli e Delmastro siano allontanati dai loro ruoli"

Debora Serracchiani, deputata Pd, ha affermato che il caso Donzelli sia evidentemente un fatto grave, dal momento che Nordio ha avviato un'indagine interna: "Ieri Donzelli ha utilizzato un documento che non poteva essere nella sua disponibilità" con "dettagli di ascolti in carcere". Su questo "lei ha avviato immediatamente un'indagine interna perchè evidentemente si tratta di un fatto grave".

"O si tratta di ascolti in attività preventiva" e quindi li possono avere solo "il Dap o lei. Oppure si tratta di informazioni in ambito di indagini di polizia giudiziaria e la loro disponibilità non spetta neppure a lei ministro, ma solo al procuratore titolare dell'indagine", Donzelli "ha detto che si tratta di documenti depositati al ministro della Giustizia e che possono essere richiesti da qualsiasi parlamentare. Noi riteniamo che non siano in alcun modo divulgabili e lei in qualche modo ce lo ha confermato".

"Ma ci ha tolto ogni dubbio Delmastro che ieri angelicamente ha confessato di essere stato lui a rivelare" il documento a Donzelli "e ha detto che si tratta della relazione del Dap al governo. Ma la relazione del Dap è solo nella disponibilità del Dap e sua e non può essere divulgata". Quanto accaduto "ieri è di una gravità inaudita. Da questo comportamento esce indebolita la lotta alla mafia e al terrorismo eversivo, la sicurezza nazionale e si è interferito in indagini delicate. Basterebbe questo per allontanare dai ruoli che ricoprono Donzelli e Delmastro".

"Abbiamo ritenuto di visitare il carcere di Sassari per ragioni umanitarie" e per valutare "lo stato di salute" di Cospito. "Non abbiamo messo mai in dubbio il 41 bis e mai chiesto la revoca del 41 bis ma solo chiesto una verifica per ragioni umanitarie e infatti ministro, lei, dopo queste verifiche ha proprio fatto questo, ha trasferito Cospito. Capiamo il suo imbarazzo a passare da pm a avvocato d'ufficio... ma quanto accaduto ieri è stato gravissimo e ci siamo anche chiesti perché Donzelli lo abbia fatto e la risposta che ci siamo dati è stata questa: che forse voleva far vedere che la bandiera "ordine e sicurezza" non era stata scalfita dalla sua decisione, ministro, di trasferire Cospito".

M5S, Baldino a Nordio: "La sua reticenza ha il sapore della complicità"

Queste le parole della deputata M5S Vittoria Baldino: "Difficile pensare che il luogotenente del presidente Meloni si sia avventurato senza una regia politica. Non possiamo credere che abbia agito in autonomia, il mandato politico arriva da palazzo Chigi dove si sente forte la necessità di recuperare credibilità". 

Per Baldino, "quello che è accaduto ieri è al limite della farsa. Donzelli ha interrotto i lavori per recitare la sceneggiata finalizzata a rifarsi una verginità sul 41 bis strumentalizzando il caso Cospito usandolo come clava politica per colpire l'opposizione.

"Il punto non è chiedere la revoca di deleghe e dimissioni per Donzelli e Delmastro, le diamo per scontate; il punto è che ci chiediamo cosa osti a non fargliele presentare. Ministro, non ci è chiaro se lei continua a nutrire fiducia nei confronti del sottosegretario. Per noi è evidente che i cittadini non possono sentirsi tutelati da chi maneggia informazioni così sensibili con questa spregiudicatezza politica. Riteniamo indecente il suo intervento in cui non ha detto nulla, confermando l'imbarazzo delle sua maggioranza e del governo di cui fa parte, ma la sua reticenza ha il sapore della complicità".

"Nessun cedimento al ricatto di mafiosi e terroristi, il 41 bis non si tocca ma senza venire meno alla tutela del detenuto". Così ha concluso il suo intervento Vittoria Baldino, deputata del M5S, intervenendo a seguito dell'informativa urgente del ministro Nordio in Aula sul caso Cospito.

Fdi, Maschio: "41 bis deve rimanere il pilastro fondamentale"

"Riteniamo che in una fase come questa sia necessario essere estremamente chiari e coerenti nel mantenimento di una posizione forte a tutela del 41 bis che è e deve rimanere un pilastro fondamentale nella lotta alla mafia, alla criminalità organizzata, al terrorismo e a tutte quelle forme di criminalità che hanno particolari caratteristiche di pericolosità". Lo ha affermato Ciro Maschio di Fratelli d'Italia, intervenendo dopo l'informativa alla Camera del ministro della Giustizia Carlo Nordio.

"Auspico che questa sia una volontà unanime del Parlamento, mantenere una linea solida e ferma nella lotta alla criminalità organizzata e recuperare, sia nei toni che nei contenuti, il pieno spirito di unità e di collaborazione nella lotta alla mafia, che è quello che sta anche alla base della costituzione della commissione Antimafia che abbiamo all'unanimità approvato in Aula".

"Cospito sicuramente non è un martire. Per quanto ci riguarda è un soggetto pericoloso, un terrorirista e non è certo un martire. La pericolosa saldatura tra movimenti mafiosi e anarchici nella comune battaglia per scardinare il 41 bis fanno assumere alla vicenda una gravistà contro cui è necessario e doversoso che lo Stato abbia innalzato il livello di sicurezza". 

"È pericoloso insinuarsi in una non facile distinzione tra 41 bis di serie A e serie B in base alla tipologia delle organizzazioni di cui si fa parte". Maschio cita l'esponente dem Orlando: "È pericoloso fare distinzioni fra diverse responsabilità e riteniamo che in una fase in cui lo Stato sta mantenendo una posizione solida e salda, e prestarsi a legittimare dubbi è pericoloso. Utilizzare le condizioni di salute di un detenuto, per altro autoinflitte, come strumento per scardinare il 41 bis è pericoloso e riteniamo non possa essere legittimato e condiviso. È necessario essere estremmnate chiari e trasparenti sul 41 bis, che è e deve rimanere un pilastro nella lotta alla criminalità. Auspico che questa sia la volontà comune del Parlamento, mantenere una linea solida sul 41 bis e sulla lotta alla criminalità organizzata" e ritrovare "l'unità". 

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