Economia

Mps esce dalla blacklist: per il futuro della banca si decide tutto in 2 mesi

di Marco Scotti

L’istituto di credito esce dai radar della Bce e ora può concentrarsi sul futuro. Ma attenzione a non dare per “scontata” la figura di Lovaglio

Mps fuori dalla blacklist europea: un passo in più verso la “normalità”

Mps esce dalla blacklist europea e dovrà presentare i bilanci con cadenza trimestrale e non più mensile. Si tratta di un ennesimo passo in avanti verso il ritorno alla normalità. Insomma, la cura di Luigi Lovaglio funziona. Perché ha portato a termine un piano di esuberi che ha alleggerito la banca e perché ha concluso un aumento di capitale da 2,5 miliardi su cui nessuno avrebbe scommesso un euro. Di più: per convincere il mercato della bontà dell’operazione, ha investito di tasca propria. Chapeau, si direbbe.

E ora che succede? La quota in capo del Mef dovrà per forza di cose essere venduta per evitare che l’Europa, con cui già due volte si è scesi a patti, si faccia saltare la proverbiale mosca al naso e avvii la procedura d’infrazione. La partita di Mps è piuttosto intricata e si sta giocando su diversi tavoli.

Il primo è quello del governo. Giorgia Meloni e il suo “cerchio magico” (Giovanbattista Fazzolari in testa, con Maurizo Leo e Giovanni Donzelli) stanno sfogliando la margherita ma attendono l’esito delle regionali per avere un quadro più completo dei pesi. Se in Lombardia Fratelli d’Italia dovesse ottenere risultati intorno al 30%, assumerebbe un ruolo ancora più importante all’interno del governo, e potrebbe accrescere il proprio ruolo di mazziere. Una volta scoperto chi vincerà in Lombardia (quasi certamente Attilio Fontana) e nel Lazio (molto probabile Francesco Rocca), si tornerà alle partite economiche, sapendo che ci sarà poco più di un mese per scegliere i nomi da presentare nelle aziende partecipate dallo Stato e quotate in Borsa. Il 26 marzo è il termine ultimo per le varie Eni, Enel, Terna, Leonardo, Poste ma anche, appunto, Mps.