Covid, "nuove restrizioni non escluse". Ecco quando. Intervista choc

Pregliasco ad Affaritaliani.it: "Sulle mascherine gli italiani imparino dai cinesi"

Di Alberto Maggi
Lorenzo Pregliasco
Politica
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Covid, l'intervista di Affaritaliani.it al virologo Fabrizio Pregliasco


"Siamo in una fase di transizione del Covid tra l'andamento pandemico, che speriamo stia terminando, e quello endemico della convivenza con il virus". Lo afferma ad Affaritaliani.it il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell'ospedale Galeazzi di Milano. "Il Covid proseguirà con andamenti ciclici, come le onde nello stagno. Le prime onde più grandi quelle della pandemia, poi probabilmente il prossimo autunno e inverno ci saranno altre onde di risalita della malattia ma in modo inferiore. Il tutto a meno che non esca una variante carogna, eventualità che non si può escludere visto che il virus sta circolando molto".

"Le varianti che conosciamo oggi, come la Omicron, sono più contagiose, ma per fortuna meno cattive e abbiamo una quota rilevante di italiani che ha subito la malattia ed è anche stata vaccinata. Una protezione forse non totale, ma buona, visto che come sappiamo anche i guariti possono ammalarsi nuovamente. Abbandonare le protezioni fa sì che aumenti di nuovo il serbatoio dei soggetti suscettibili e, insieme al ritorno del freddo dal prossimo autunno, lascia pensare che ci sarà una risalita del Covid che ruberà il posto all'influenza stagionale".

E le mascherine? Abbandonate per sempre anche a scuola da settembre? "Per questa estate consiglio di usare le mascherine come gli occhiali da sole, sono ancora consigliate soprattutto per i soggetti fragili. Bisognerebbe prendere esempio dai cinesi che già indossavano la mascherina prima del Covid per non contagiare gli altri, almeno quando si avvertono dei sintomi influenzali. Per quanto riguarda il Covid, purtroppo, negli scenari futuri non possiamo escludere nuove restrizioni. Uno scenario che speriamo di non dover adottare ma che non possiamo escludere", spiega Pregliasco.

Infine il vaiolo delle scimmie. "Considerando l'esperienza del Covid abbiamo una capacità di interlocuzione internazionale e i segnali non sono piacevoli. Però la capacità di tracciamento è più efficiente di prima. E' giusto parlarne senza lanciare allarmi. Comunicare alla comunità l'esigenza di fare controlli e di farsi vedere dai medici in caso di sintomi sospetti. Un piccolo focolaio di 14 casi in Italia e 300 in Europa per il momento non desta preoccupazione e si può contenere. E' una patologia più facilmente controllabile del Covid e sono confidente che non diventi qualcosa di pesante", conclude il virologo.

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