Crisi energetica, “ai meno abbienti pannelli solari, non bonus energetici"

Cop 27 e crisi energetica, intervista all'ex ministro dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio: "Meloni ecologista? Una battuta di spirito"

di Gabriele Penna
Politica

Cop 27 e crisi energetica, parla l’ex ministro dei Verdi Pecoraro Scanio

La Cop 27 sarà un’altra passerella o verranno prese decisioni risolutive sulla crisi climatica?

“Le ultime conferenze sono state scarse di risultati, purtroppo. Tutti gli indicatori segnalano una situazione che porta il pianeta verso la catastrofe climatica. Siamo già in emergenza. Non c’è una leadership mondiale. L’accordo di Parigi, avendo fatto un’intesa su base volontaria e non vincolante come a Kyoto, ha consentito a diversi paesi di non consegnare nemmeno i report con gli impegni per la ridimensione delle emissioni”.

Si va dritti verso il suicidio, quindi?

“Si va avvertiti senza una adeguata consapevolezza. Se ci fosse si raddoppierebbero tutte le risorse per uscire dai fossili e andare sulle rinnovabili. Abbiamo la tecnologia e possiamo accelerare la transizione ecologica ma i grandi interessi di chi possiede i giacimenti di petrolio, gas e di tutta la filiera collegata sono enormi. Rispetto alla crisi energetica in atto si sta rispondendo aumentando le importazioni di gas piuttosto che nominare un commissario che sblocchi le rinnovabili per accelerare la costruzioni di nuovi impianti”.

I produttori di energia fossile boicottano la transizione?

“Sia i paesi che le aziende produttrici, che nonostante facciano greenwashing non manifestano la voglia di andare sulle rinnovabili”.

La multinazionale dell’auto Stellantis ha detto che il limite del 2035 ai motori termici metterebbe a rischio migliaia di posti di lavoro.

“La Fiat prima e Stellantis poi, hanno sempre avuto una posizione arretrata. Da ministro dell’Ambiente comprai le Toyota perché la Fiat non credeva nell’ibrido, cosa su cui la Toyota ha fatto le proprie fortune”.

Scelta miope.

“Capisco che ci sia un istinto alla conservazione però di rendite personali e singole realtà a discapito dell’equilibrio del pianeta. Le persone sono contente di andare al mare a novembre ma stiamo vivendo una condizione difficile. Nelle conferenze mondiali si porrà sempre di più il tema dell’adattamento a questi cambiamenti climatici. Ho lanciato la campagna della transazione eco-digitale col sostegno di Giuseppe Conte, ma anche di tanti altri schieramenti. Il tema era: ‘la transizione ecologica e digitale, perché devono andare insieme’. Il digitale è strategico nella transizione ecologica. Se possiamo sviluppare il car sharing e incrementare lo smart working lo dobbiamo al digitale che cambia modalità e tempi di lavoro. Il digitale deve utilizzare energie rinnovabili. I consumi saranno sempre più crescenti, pensiamo al cloud. Tutto ciò deve avvenire con il digitale. Serve una rivoluzione eco-digital o saremo persi.

Ritiene sufficienti le risorse che sono state previste nel Pnrr per digitale e transizione ecologica?

“Se sono ben spese sono pure abbondanti. Se vengono sprecate e usate per cose che c’entrano poco con la transizione no. Alle persone meno abbienti, invece dei bonus energetici, diamo i pannelli solari che si appendono ai balconi e si attaccano alla presa elettrica. Questo non risolve il problema ma comunque c’è un risparmio perché l’energia la recuperi dal sole. Non è una attività risolutiva ma educativa. L’altra cosa importante è ridurre drasticamente gli sprechi. Dobbiamo usare il digitale per spegnere automaticamente le luci nelle nostre stanze, attraverso prese intelligenti che evitano sperperi nell’uso domestico”.

“Cop 27 è solo greenwashing”, lo ha detto l’attivista per il Clima Greta Thunberg: è d’accordo?

“La Thumberg dice una cosa che noi diciamo da troppo tempo: queste manifestazioni si trasformano in una specie di caravanserraglio. È giusto che ci siano, perché obbligano almeno una volta all’anno i governi del mondo a parlare di clima. Ma si potrebbe per esempio ridurre il volume di persone che si spostano e inquinano”.

Non è contradditorio fare la Cop 27 in un Paese che vìola i diritti civili e non ha modelli di sviluppo sostenibili come l’Egitto?

“Le conferenze si sono svolte anche in Paesi che non garantiscono sempre i diritti umani, ma la vicenda dell’Egitto è emblematica. Ci sono state molte violazioni dei diritti segnalate da tanti Paesi, oltre il caso Regeni. Andava sconsigliata questa localizzazione. L’anno prossimo toccherà agli Emirati Arabi: nemmeno lì per i diritti si fa tanto”.

“Non c’è un ecologista più convinto di un conservatore”, lo ha detto la premier Giorgia Meloni il giorno della fiducia a Montecitorio. Che ne pensa?

“Ha fatto una battuta di spirito. Lei intende i conservatori che conservano le riserve di caccia dal pericolo che diventino luoghi cementificati. Il conservatore Trump ha affermato che se ci sarà il cambiamento climatico si comprerà casa nell’Alaska. L’ex presidente Usa, come Bolsonaro, sono campioni dell’anti-ambientalismo ottuso”.

Quindi la sensibilità per l’ambiente è "cosa" di sinistra?

“La sinistra ha una tradizione sviluppista, non ecologista, però alla fine avendo un’attenzione alla condizione dei più deboli si è trovata alleata con gli ecologisti perché è chiaro che i cambiamenti climatici danneggiano ancora di più i poveri che affondano sotto le alluvioni. Per gli ambientalisti le alleanze in Italia sono state più facili con la sinistra che con il Centrodestra. In Germania la Cdu della Merkel ha fatto le alleanze con i Verdi perché aveva una sensibilità ecologista. La battaglia sulle auto elettriche le ha fatte la Merkel, non i social-democratici”.

Come giudica il lavoro del leader dei Verdi italiani Angelo Bonelli?

“Avrei preferito che si alleassero coi 5 Stelle di Conte che ha rotto sull’inceneritore e aveva una posizione molto più ecologista del Pd. Sono contento che comunque sono rientrati in Parlamento, anche se con numeri esigui. Mi spiace che siano ancora legati a un Pd che sull’ambiente si è allontanato”.

Il ministro per le Imprese Urso ha dichiarato che riprenderanno le trivellazioni in mare per estrarre gas. In questo momento di emergenze è condivisibile, no?

“Ha parlato a vanvera. È una fandonia. Prima che partano le trivellazioni è finita l’emergenza energetica e il gas avrà un costo tale che quello estratto con nuove trivellazioni sarà anti-economico creando un danno ambientale senza nessun vantaggio. Nell’Adriatico c’è poco gas, se lo prendessimo tutto basterebbe solo per un anno. Avrebbe una sua logica riattivare gli impianti già esistenti. Ha più senso affittare le navi rigassificatrici a largo dell’Adriatico. Il costo economico di impiantare e smaltire le trivelle è enorme”.

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