Ddl Calderoli-Autonomie, vantaggi per Regioni del Nord con la "spesa storica"

Le trattative dirette tra governo e giunte regionali scavalcano il Parlamento. Diversi parametri sfavoriscono il Mezzogiorno, ecco perchè

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Autonomie, Parlamento scavalcato: così Calderoli accelera sulla riforma

Il governo vuole accelerare con le riforme, su questo fronte il Ddl Calderoli per quanto riguarda le autonomie regionali corre spedito. Come annunciato dal ministro, il testo della legge è già arrivato a Palazzo Chigi. Una commissione governativa - si legge sul Fatto Quotidiano - definirà entro 12 mesi i Livelli essenziali delle prestazioni (Lep) che la Costituzione come riformata nel 2001 prevede siano rispettati su tutto il territorio nazionale: una volta definiti vengono emanati via Dpcm e quindi poi si stabilisce anche quali funzioni non prevedono i Lep, il Parlamento neanche ci mette bocca. Intanto, Meloni permettendo, la legge quadro va alle Camere, che devono approvarla: se lo fanno in questa modalità sarà l’ultima volta che parlano. Dopo, infatti, le singole intese sulle 23 materie citate, vengono contrattate tra governo e giunte regionali, che possono o anche no tener conto del parere di Conferenza Unificata e Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Se ci sono in ballo i Lep - prosegue il Fatto - il trasferimento di funzioni, fondi e personale può essere fatto solo dopo la loro definizione, per il resto si può procedere appena approvata la legge quadro. La definizione, però, non è la loro attuazione e nemmeno il loro finanziamento, ma Calderoli ha fretta: e infatti "fino alla determinazione dei costi e fabbisogni standard" si usa la spesa storica, definita "fissa e ricorrente", che com’è noto favorisce il Nord. Una commissione paritetica Stato-Regione deciderà quanta compartecipazione al gettito o riserva di aliquota toccherà ad ogni Regione, come si fa nei trattati fiscali con gli Stati stranieri. Questo è il progetto che serve alla Lega per tenere insieme le sue due anime e questo progetto può passare solo se il Parlamento deciderà di fare il passacarte e non il legislatore.

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