Di Maio inviato nel Golfo Persico? Difficile, ma con Draghi alla Nato...

L'ex premier potrebbe "aiutare" il suo ex ministro degli Esteri

Di Alberto Maggi
Politica

Il problema semmai sono i dubbi dei Paesi del Golfo


Il nuovo incarico immaginato per l’ex ministro degli Esteri Luigi Di Maio, ovvero quello di inviato dell'Unione europea nel Golfo Persico, non è del tutto tramontato. Da un po' di tempo non se ne parla, anche perché il governo italiano di Centrodestra non è favorevole, ma l'ipotesi è ancora sul tavolo. E se davvero Mario Draghi, come ha scritto Affaritaliani.it, diventasse segretario generale della Nato, potrebbe spingere e far pressione su Bruxelles a favore del suo ex ministro degli Esteri. Il problema semmai sono i dubbi dei Paesi del Golfo. "Mandare Di Maio nel Golfo dimostra che l’Ue non è seria", ha dichiarato qualche giorno fa al quotidiano francese Le Monde Cinzia Bianco, esperta della regione al Consiglio europeo sulle Relazioni estere. La ragione, a suo dire, risiede nel fatto che "da ministro degli Esteri non ha avuto buone relazioni» e nel fatto che non «sia percepito come una personalità di peso".

Opinione condivisa e rilanciata su Twitter dal capo del Centro di ricerca sulle politiche pubbliche di Dubai, Mohammed Baharoon. Che ha aggiunto sferzante: "La nomina di Luigi Di Maio deve avere un profondo senso dell’umorismo europeo che mi sfugge". Una posizione che ha ribadito quando è stato contattato dal quotidiano in lingua inglese specializzato in Medio Oriente The National. Baharoon ha definito "difficile" l’eventualità che Di Maio possa contribuire a sviluppare relazioni positive tra l’Unione e i Paesi del Golfo, considerando che "da solo ha rovinato le relazioni del suo paese con due dei principali paesi del Ccg". Resta la carta Draghi, riuscirà SuperMario nell'impresa?

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