Dimissioni per Delmastro? Macchè: il sottosegretario a cena con Cantone

Il sottosegretario alla Giustizia con delega al Dap, Delmastro, a cena con il procuratore di Perugia Cantone. Sul tavolo il caso Cospito

di Gabriele Penna
Andrea Delmastro Delle Vedove
Politica

Cospito, Delmastro non si dimette: Meloni lo blinda. E il sottosegretario va a cena con il procuratore di Perugia Cantone

Dimissioni? Non se ne parla. Delmastro rilancia la sua azione di sottosegretario alla Giustizia visitando il carcere di Perugia. Lo fa nel giorno in cui la Procura di Roma apre un fascicolo per rivelazione e utilizzazione del segreto d'ufficio a seguito delle rivelazioni fatte dal coordinatore di FdI, Giovanni Donzelli, a Montecitorio. Il caso è noto e ha scatenato un putiferio: Donzelli ha attaccato la delegazione del Pd in visita a Cospito, citando conversazioni "sensibili" tra l'anarchico e alcuni boss mafiosi al 41 bis. Le informazioni divulgate, come ammesso dallo stesso Donzelli, sono state passate dal collega di partito (e coinquilino) Delmastro.

Quest'ultimo, che ha la delega al dipartimento dell’amministrazione giudiziaria, oggi ha visitato il carcere di Perugia in compagnia del procuratore Raffaele Cantone, il sottosegretario agli Interni Emanuele Prisco e a Francesco Zaffini, presidente della Commissione Affari sociali e sanità. Secondo quanto risulta ad affaritaliani.it, tra Delmastro e Cantone anche una cena informale. Un'occasione per tornare sul caso Cospito.

Il regime di 41 bis all'anarchico è stato applicato anche grazie all’ordinanza cautelare emessa dalla Procura di Perugia guidata da Cantone, come lui stesso ha dichiarato la scorsa settimana in audizione davanti alla Commissione Giustizia del Senato. Nell’ordinanza la Procura contestava “specificatamente l'ipotesi di istigazione a delinquere fatta mentre era in carcere'', dallo stesso Cospito. Da qui l’esigenza dei giudici di isolare il detenuto. E quindi del 41 bis tanto contestato. Per la Meloni comunque il caso Delmastro-Donzelli non esiste. "La Procura fa il suo lavoro e il ministero della Giustizia ha più volte detto che non c'erano documenti coperti da segreto”, ha dichiarato la premier a margine di un vertice sulla sicurezza alla prefettura di Milano, ribadendo che "non c'è bisogno delle dimissioni". Sarà. Ma il caso resta aperto e la bufera non si placa.

 

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