Giarrusso: "Anch'io avvicinato dagli emissari del Qatar. Insospettito da..."

Tangenti Qatar, l'eurodeputato Dino Giarrusso racconta ad Affaritaliani.it il clima che si respira a Bruxelles. Intervista

Di Alberto Maggi
Dino Giarrusso
Politica

"C’era anche l’ipotesi di essere invitati in Qatar, in una sorta di viaggio-vacanza per conoscere meglio il paese, ma tutto questo si fermò col COVID, nel marzo 2020,  che bloccò ogni viaggio non necessario"


Atteggiamenti seduttivi ed autoesaltazione del proprio paese, con la chiara intenzione di farlo “assolvere” dall’opinione pubblica europea e spingere come buon esempio per tutto il medio oriente. Questo l’atteggiamento dei funzionari qatarioti verso molti europarlamentari, come conferma Dino Giarrusso, l'ex giornalista delle Iene eletto al Parlamento di Strasburgo in quota M5S e oggi indipendente, che ricostruisce con Affaritaiani.it il clima che si respira a Bruxelles, dopo lo scandalo degli arresti per accusa di corruzione.

Onorevole, che cosa pensa dello scandalo tangenti dal Qatar?
"La magistratura farà il suo corso e accerterà ogni responsabilità. Certo sapere di sacchi di soldi è sconfortante, riporta ai peggiori vizi della politica tangentara e insaziabile".

Poteva immaginare quello che sta venendo fuori?
"Non in queste modalità onestamente. Però a Bruxelles si è notato un atteggiamento seduttivo poco chiaro da parte di emissari del Qatar, da anni. Personalmente trovo incredibile che sia stato scelto di assegnare il mondiale al Qatar, che non ha una tradizione calcistica, che ha costretto a bloccare tutti i campionati nazionali, umiliato i tifosi, e soprattutto pare abbia violato i diritti dei lavoratori, facendosi responsabile di sfruttamento e morte fra molti operai, il che è totalmente incompatibile con i valori e i diritti riconosciuti dall’Europa".

Lei o suoi colleghi siete stati dunque avvicinati da emissari del Qatar?
"Sì, e questo è normale. Ogni paese che ha un ufficio o dei funzionari in sede europea avvicina i deputati proponendo eventi, incontri, etc... Di norma però questa classica attività diplomatica è legata a promozione di prodotti, al desiderio di intensificare determinati scambi commerciali o turistici, e così via. Il Qatar invece, almeno a giudicare dai primi approcci, sembrava solo volesse sponsorizzare la propria reputation. Questo mi ha insospettito, sinceramente, l’atteggiamento (anche riferitomi dai miei assistenti che in alcuni casi avevano parlato coi funzionari) non mi pareva del tutto trasparente. C’era anche l’ipotesi di essere invitati in Qatar, in una sorta di viaggio-vacanza per conoscere meglio il paese, ma tutto questo si fermò col COVID, nel marzo 2020,  che bloccò ogni viaggio non necessario".

E una volta tornati alla normalità post-Covid cosa è successo?
"Nel frattempo erano arrivate notizie dagli osservatori internazionali sulle pessime condizioni di lavoro (di fatto quasi una riduzione in schiavitù) cui venivano costretti gli immigrati in Qatar, e delle morti nei cantieri. Dunque, se prima quell’atteggiamento tanto seduttivo quanto autoassolutorio mi puzzava un po’, dopo aver letto i report indipendenti - molto dettagliati e autorevoli - ho deciso  di chiudere ogni tipo di rapporto con i rappresentanti del Qatar".

Le hanno mai fatto offerte esplicite?
"No, appunto, ho evitato in ogni modo anche di dargliene occasione. La mia dignità ed il patto di lealtà fatto coi cittadini non ha prezzo, non tradirei loro né me stesso per nessuna cifra e nessun regalo. Ritengo sbagliato in assoluto accettare regali costosi (anche vacanze) quando si svolge un ruolo istituzionale, ma ritengo vomitevole e indegno far guidare la propria attività parlamentare (discorsi in plenaria, risoluzioni, emendamenti, voti, etc) da interessi che niente hanno a che fare coi valori cui abbiamo giurato fedeltà".

Pensa che possano esserci altri eurodeputati, italiani o stranieri, coinvolti?
"Questo lo scopriranno gli inquirenti, lo vedremo. Io da quando sto qui non faccio più inchieste giornalistiche perché ho un altro ruolo e devo rispettarlo con onore e il massimo impegno. Vorrei però fosse chiaro che è normale, anzi necessario, avere rapporti coi funzionari di paesi terzi, ma anche delle regioni italiane (quasi tutte hanno uffici in sede UE) o dei lobbisti che qui devono camminare con un badge che li identifichi subito. Il problema è quando pieghi la tua attività alle “offerte” che quei portatori di interessi possono farti: lì sei responsabile di corruzione e di tradimento verso i tuoi elettori. Certo non mi aspettavo dei sacchi di soldi in casa della vicepresidente del Parlamento, né dover dedurre che interventi in plenaria dove veniva esaltato il Qatar nel campo dei diritti umani potevano essere frutto di dazioni di denaro così spaventose. Questo è il tradimento totale del nostro ruolo: se uno di noi smette di dire ciò che pensa perché viene pagato da qualcuno, è finito il senso stesso del Parlamento".

Onorevole, si è fatto ritrarre nell'ultima plenaria con suo figlio in braccio. Che cosa significava?
"Era una foto di buon auspicio, fatta proprio per ribadire l'importanza dei diritti umani, infatti avevo al braccio la fascia “One Love” che la FIFA aveva assurdamente imposto di togliere ai calciatori pena la squalifica. Il futuro dei nostri figli, la qualità della loro vita, dipende moltissimo dal rispetto dei diritti umani e da ciò che noi sapremo fare, in parlamento europeo o in qualunque altra istituzione. Forse non ci rendiamo conto di come lavorare con onestà, per il bene dei  nostri figli, sia estremamente più utile e prezioso di qualunque sacco pieno di soldi".

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