Emanuele Filiberto, altro che metaverso: cerca aiuto dal governo Meloni

Il ramo maschio della dinastica dei Savoia punta sui "soldi": Emanuele Filiberto è tornato

Di Giuseppe Vatinno
Politica

Per risparmiare i soldi dell’avvocato nella causa contro la Banca d’Italia EFS vuole trovare le solite vie oblique e magari una mano dal “vecchio amico La Russa”.... Il commento 

Emanuele Filiberto di Savoia è un tipetto scaltro e se il ramo maschio della dinastia dei Savoia è tornato in Italia lo si deve a lui. Figlio di Vittorio Emanuele, a sua volta figlio di Umberto II, il re di maggio e quindi nipote di Vittorio Emanuele III, che il popolino chiamava affettuosamente Re Pippetto e che i nostalgici di Benito Mussolini considerano un traditore per aver firmato l’armistizio con gli alleati, aver installato Badoglio, e poi essere fuggito repentinamente con tutta la corte a Brindisi lasciando l’Italia in braghe di tela, visto che l’esercito sbandato divenne facile preda dei tedeschi con le note conseguenze.

Invece EFS è stato appunto furbo ed ha capito che nel mondo moderno ormai non comandano più i re e le regine ma i media e quindi seguì una traiettoria balistica di avvicinamento all’Italia che portò nel 2002 lo Stato italiano ad abrogare l’esilio per i maschi savoiardi (non i biscotti) e Vittorio Emanuele giurò insieme al figlio lealtà alla Costituzione repubblicana.

In quella occasione rinunciò ad ogni pretesa dinastica. Tuttavia nel 2007 ha chiesto invece allo Stato italiano 170 milioni come risarcimento per l’esilio contraddicendo quanto aveva scritto in una lettera alla Camera nel 2002: "Mentre apprendo con soddisfazione che la vicenda della mia famiglia sta per entrare nella fase finale della sua risoluzione, desidero assicurare che è mia intenzione ritirare il ricorso, che presentai avanti alla Corte europea dei diritti dell'uomo, con sede a Strasburgo, una volta approvata la legge costituzionale abrogativa dei due primi commi della XIII disposizione transitoria e finale della costituzione e decorsi i tre mesi prescritti senza che venga richiesto il referendum confermativo". 

Dopo il suo ritorno incorse in diverse controverse giudiziarie ed è attualmente ancora in disputa dinastica con suo cugino Amedeo di Savoia – Aosta. EFS non completò gli studi a Ginevra dove nacque in esilio e da giovane ebbe problemi di tossicodipendenza. Poi cominciò ad occuparsi di consulenza finanziaria. La svolta furbetta avvenne –come dicevamo- nel 1995 quando divenne ospite fisso esterno di Quelli che il calcio, condotto su Rai 3 da Fabio Fazio che in pratica è stato di fatto lo sdoganatore del ritorno dei Savoia in Italia. C’è da pensare che ci sia stata appunto una vera e propria strategia dietro quello che è successo.

Naturalmente ha poi provato anche ad entrare in politica ottenendo risultati disastrosi addirittura lo 0,4%, roba dimaiesca. Ed a questo punto veniamo all’attualità perché il furbo principino ha rilasciato una intervista sul Corriere della Sera dichiarando: "Politica? No grazie, adesso voglio rilanciare lo storico Savoia calcio e penso al futuro del metaverso con soci francesi e americani". 

E poi –come al solito- ha invece parlato di politica: "Non nego di essere molto contento del nuovo governo Meloni, ministri competenti e spero sia la volta buona per una svolta politica ed economica per l’Italia. E mi ha fatto piacere che il nuovo presidente del Senato, Ignazio La Russa, abbia proposto di celebrare il ruolo dei Savoia nella storia del Paese quando ha detto nel suo primo discorso in Senato “la data di nascita del Regno d’Italia prima o poi dovrà assurgere a festa nazionale”, insomma il 17 marzo 1861 veniva proclamato il Regno d’Italia e il ruolo dei Savoia nella storia di questo Paese è giusto abbia l’attenzione che merita". 

E poi ha cercato di inguaiare l’alto esponente di FdI: "No, non ci siamo sentiti alla vigilia. Ma conosco La Russa da tanto tempo, siamo amici e ci siamo confrontati spesso — specie quando mi candidai alle elezioni europee". Infine è arrivato al dunque. L’intervistatore gli ha chiesto dei gioielli della casa Reale e lì si è scoperto l’inghippo: "Adesso, con grande rammarico, siamo alle vie legali. Perché nonostante l’ottima intesa con Draghi, Bankitalia non ci ha dato altra scelta. E andremo avanti". 

Il funambolico principino di Venezia, questo il titolo che gli fu affibbiato solo oralmente dal nonno re a cottimo, punta –come al solito- ai soldi nonostante le rassicurazioni di quando l’Italia li fece –sbagliando-rientrare. Altro che metaversi e Savoia Calcio i Savoia puntano sempre all’argent.

Chiaro anche il motivo degli affettuosi ma pericolosi slinguazzi al nuovo governo e a Meloni e a La Russa. Per risparmiare i soldi dell’avvocato nella causa contro la Banca d’Italia EFS vuole trovare le solite vie oblique e magari una mano dal “vecchio amico La Russa”. Certo che appare veramente strano che il discendente dell’ultimo Re d’Italia Savoia chieda un favore ai discendenti storici del regime. Chissà se Benito Mussolini in spirito sarebbe d’accordo con la faccia tosta dei Savoia. Noi pensiamo di no. E la Russa e Meloni?

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