Governo, Borghi (Pd): "Armi a Kiev? Dobbiamo mantenere saldi i nostri impegni"
Borghi (Pd) ad Affaritaliani.it: "La pace, oggi come ieri, si ottiene aiutando il popolo ucraino a contrastare l'invasione russa"
Il 21 giugno il governo Draghi rischia di cadere sulle armi all'Ucraina
"Noi dobbiamo continuare a spingere verso la pace; questo obiettivo oggi come ieri si ottiene aiutando il popolo ucraino a contrastare l'invasione russa dell'Ucraina, che è una aggressione ad un sistema di valori prima ancora che a un paese libero e sovrano". Con queste parole Enrico Borghi, responsabile Sicurezza del Partito Democratico, risponde alla domanda di Affaritaliani.it se secondo il Pd l'Italia debba continuare ad aiutare anche militarmente l'Ucraina o se la risoluzione di maggioranza in vista del passaggio del premier Draghi in Aula del 21 giugno conterrà lo stop all'invio di armi a Kiev.
"Dobbiamo mantenere saldi i nostri impegni assunti con gli alleati, e dimostrare da un lato la lealtà delle relazioni internazionali e dall’altro la capacità di sostenere il processo diplomatico", conclude Borghi.
Il passaggio del prossimo 21 giugno rischia di essere molto pericoloso per la tenuta del governo Draghi. A fronte delle parole di Borghi (Pd), sia Conte sia Salvini hanno già più volte affermato che è il momento di stoppare l'invio di armi all'Ucraina e di concentrarsi sulla strada della diplomazia per arrivare alla pace.
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