Festini vip con escort e cocaina. Liguria, spunta il leghista Piana
Al festino, a cui avrebbe partecipato Piana, sarebbero state presenti due escort pagate 400 euro ciascuna
Festini vip con escort e cocaina sulle alture di Genova
C'è anche il nome del vicepresidente della giunta della Regione Liguria, Alessandro Piana, nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere per due imprenditori genovesi accusati di gestire un giro di festini privati a base di sesso e droga. Piana non figura nel registro degli indagati, ma secondo quanto emerge dagli atti avrebbe partecipato a un festino nel marzo 2022, in una villetta sulle alture di Genova.
I due arrestati, come svelava stamattina "Il Secolo XIX", sono un architetto, Alessandro Cristilli, e l'albergatore Christian Rosolani, entrambi genovesi e ritenuti responsabili di detenzione a fini di spaccio di cocaina, l'architetto anche di favoreggiamento della prostituzione. Gli arresti sono arrivati al termine dell'operazione "Obbligo o verità" portata avanti dalla Polizia di Stato di Genova.
Al festino, a cui avrebbe partecipato Piana, sarebbero state presenti due escort pagate 400 euro ciascuna da Cristilli. Quest'ultimo, in alcune intercettazioni, si sarebbe anche vantato di aver organizzato un "sistema pazzesco" per organizzare serate con escort ribattezzate "cristilline". "Nelle attività di mediazione per l'acquisto della cocaina, in diverse occasioni è emerso anche un terzo soggetto, di Rapallo, (Emanuele Merlini, ndr), a sua volta destinatario della misura cautelare del divieto di dimora nel comune di Genova e dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria- spiegano gli inquirenti- gli indagati, frequentatori della movida genovese e delle due riviere, erano soliti concludere le serate organizzando degli after, a base di sesso e droga, presso le proprie ville, invitando giovani ragazze assuntrici di cocaina, che contraccambiavano la gratuita disponibilità dello stupefacente concedendosi sessualmente ai partecipanti".
Il tutto, aggiunge la Polizia, "veniva reso più piccante dall'organizzazione di giochi, in gergo definiti 'Obbligo o verità?', nei quali i perdenti dovevano scontare delle penitenze rigorosamente a sfondo sessuale". Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini, l'architetto, oltre a cedere cocaina alle ragazze, con lo scopo di disinibirle durante le sue feste, molte volte distribuiva dosi di stupefacente, definendole "bocce di vino", anche ad altre persone di fiducia, in particolar modo ad un'amica, insegnante di liceo, alla quale, almeno in un'occasione, effettuava la consegna direttamente nel cortile della scuola, durante l'intervallo. Ai festini, raccontano gli inquirenti, "intervenivano spesso uomini facoltosi. In particolare, l'architetto pianificava strumentalmente anche delle feste ad hoc, pagando delle ragazze, con la finalità di conseguire utili sinergie nel suo ambito lavorativo. In alcuni casi, i partecipanti non sarebbero stati al corrente del fatto che le ragazze fossero state remunerate. Le perquisizioni effettuate nelle abitazioni degli arrestati, ville di lusso con piscina, hanno permesso di rinvenire modiche quantità di stupefacente".