Giorgia Meloni al raduno di Vox si candida ad essere leader anche in Europa

Con la crisi della sinistra a livello continentale e quella personale dei vari Scholz, Sanchez e Macron, si apre lo spazio per una nuova leadership

di Vincenzo Caccioppoli
Politica

Giorgia Meloni, dopo il trionfo in Italia, conquista sempre più credito anche in campo internazionale



Sceglie il palco della grande convention del partito Vox a Madrid, per fare la sua prima uscita internazionale da premier in pectore, dopo il grande successo elettorale del 25 settembre, Giorgia Meloni. E non è certo la sola. Tutti i principali leader della destra europea, hanno fatto irruzione nel Viva 22, il macro evento politico di Vox.  Donald Trump, Viktor Orbán e Mateusz Morawiecki hanno partecipato domenica 9 ottobre all'evento di formazione, sia di persona che telematicamente, con discorsi che rafforzano l'argomentazione del partito su questioni come la sovranità energetica, la protezione delle frontiere dall'immigrazione illegale, il confronto con il globalismo di Bruxelles o la difesa della tradizione e dell'identità nazionale. Questi temi, precisamente, sono alcuni degli assi del programma "España Decide", presentato dallo stesso Abascal come la tabella di marcia per "recuperare la democrazia". Ma certamente l'intervento della Meloni era quello piu atteso, non solo perché tra il partito di Abascal e FdI esiste da anni un rapporto strettissimo, tanto da considerarsi come quasi gemelli in Europa (subito dopo la vittoria elettorale, non a caso, la stessa Meloni ha auspicato una emulazione del suo successo proprio da parte di Vox in Spagna alle legislative del prossimo anno).

C’era molta curiosità di vedere come la Meloni si sarebbe comportata, dopo le polemiche sorte per un altro suo intervento ad una convention di Vox nel giugno scorso a Marbella. “Non siamo mostri, la gente lo capisce, la sinistra ci ascolti.” ha detto nel suo incipit, usando toni assai più moderati ed istituzionali, rispetto a Marbella, ma nello stesso tempo ha rafforzato le tesi sue e dei conservatori europei, di critica costruttiva verso un'Europa, che ancora una volta sulla questione energetica, appare quanto mai divisa e spaccata. La Meloni ha chiesto una "Europa coraggiosa" di fronte al difficile contesto internazionale, ma senza usare i toni aggressivi di altre occasioni, ribadendo con forza di sperare in un ravvedimento di un'Europa che anche in una situazione così grave sembra far prevalere egoismo e piccole rendite di posizione: “Continuiamo a sperare in una soluzione comune e duratura, come l’introduzione di un tetto al prezzo del gas per fermare la speculazione sulla pelle dei cittadini, e confidiamo che alla fine l’Europa dimostri di essere capace della solidarietà tanto sbandierata in questi anni, piuttosto che soccombere di fronte a chi pensa di poter andare avanti da solo sacrificando il destino di tutti gli altri”.

 

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Il suo intervento è stato accolto da un'ovazione della folta platea di Vox presente allo spazio MadCool di Valdebebas a nord della capitale spagnola. Si percepisce che la Meloni possa essere considerata come una sorta di nuovo leader della rinascita delle destre e dei conservatori in Europa, ruolo che formalmente già incarna dal 2020, essendo stata scelta come presidente dell’Ecr, che raccoglie tutti i partiti conservatori europei. E d’altra parte il momento storico eccezionale e il conseguente smarrimento della sinistra in mezza Europa, che dimostra di non aver argomenti e soluzioni adeguate al profondo disagio delle popolazioni, sembrano premiare i partiti popolari e di destra, come osservato di recente in Svezia, in Italia ma anche in Germania nelle recenti elezioni in Bassa Sassonia (la destra ha superato l’11,5%), o ancora nella stessa Spagna, dove i popolari vengono dati, dai principali sondaggi, in vantaggio di 14 punti sui socialisti. Ed è anche per questo che la Meloni sta adottando un atteggiamento molto più istituzionale rispetto al passato.

E’ troppo intelligente ed astuta, per non capire che questo è il momento di dimostrare di poter incarnare quel ruolo, previsto dalla rivista Time in tempi non sospetti due anni fa, e cioè di poter essere una delle venti personalità più influenti al mondo. In un momento in cui l’Europa soffre drammaticamente di assenza di una leadership autorevole, Scholtz sembra una copia sbiaditissima di Angela Merkel, a livello di autorevolezza, credibilità e leadership, Macron ha i suoi bei problemi interni ed esce ridimensionato dai suoi goffi tentativi di mediazione con Putin, di Sanchez meglio non parlarne, la Meloni potrebbe effettivamente incarnare il nuovo che avanza.

La leader di fdi, anche grazie alle importanti relazioni che ha saputo cucire in questi mesi, sia in Usa che in Europa, potrebbe avere l'autorevolezza necessaria. E il fatto come vorrebbero far credere i suoi detrattori di sinistra che lei sia un esponente della destra non è assolutamente un discrimine, almeno oltreoceano. Non è un caso, infatti, che Washington, dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina, in Europa abbia trovato un interlocutore privilegiato proprio nella Polonia dell’ ultraconservatore Mateusz Morawiecki.  Chissà che adesso non sia proprio lei a diventare per gli Usa, quella personalità di riferimento nell’Europa che conta, che né lo scialbo Scholtz, né tantomeno Macron, sono riusciti, per differenti motivi, fino ad ora ad incarnare.
 

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