Giorgia Meloni? Spiazzante, identitaria, protagonista. L'analisi

Abile “pastore” del suo “gregge maschile” un po’ spaesato

Giorgia Meloni
Politica

La prima settimana della premier Meloni


Di Alessandro Amadori, politologo e sondaggista

 

Con la fiducia di Camera (25 ottobre) e Senato (26 ottobre), il governo Meloni ha avuto il suo insediamento ufficiale. Dunque, quella dal 24 al 31 ottobre 2022 sarà stata la prima settimana della premiership della leader di Fratelli d’Italia. Quali considerazioni comunicative si possono fare?

In sintesi, possiamo dire tre cose fondamentali. La prima è che Meloni, nei suoi primi giorni come capo del governo, ha indubbiamente sorpreso e spiazzato i suoi detrattori. La seconda, è che nello stesso tempo la premier è riuscita a far capire chiaramente che il suo è, e vuole essere, un governo con una ben riconoscibile identità politica e programmatica di centro-destra. La terza, è che lei è stata la protagonista assoluta dell’intera compagine governativa. Le tre parole chiave potrebbero essere dunque: spiazzante, identitaria, protagonista. Ha spiazzato col suo primo discorso per la fiducia, alla Camera, dimostrando una capacità oratoria, sia razionale che emotiva, e di costruzione retorica, assolutamente notevole, acquisita e praticata in tanti anni di militanza politica, dalle sezioni di partito alle piazze.

Questo però non le ha impedito di fare, più che un semplice “comizio parlamentare”, un autentico discorso politico nel senso più pieno del termine, proponendo una sorta di “manifesto valoriale” di legislatura per una destra che vuole non solo governare, ma anche incidere in modo duraturo sullo sviluppo della società italiana. Ed è alla fine risultata, Giorgia Meloni, non solo e non tanto un’ottima solista, quanto e soprattutto una vera e propria direttrice d’orchestra (e in parte anche compositrice), alla quale alla fine tutti i singoli “strumentisti” (in particolare i leader di partito di sesso maschile) hanno dovuto fare riferimento.

La prima settimana di insediamento di Meloni ci ha mostrato una premier efficace, combattiva, consapevole. Una leader che “non molla niente”. E che, con una metafora conclusiva, ha funto per così dire da abile “pastore” rispetto al proprio un po’ spaesato “gregge maschile”.

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