Giustizia, Nordio prepara la sua riforma: stop carcere preventivo e garantismo
Limiti alla carcerazione preventiva, ripensamento della detenzione per le tossicodipendenze e altre mosse della possibile svolta garantista del ministro
Servirà l'ok di 6 giudici per la carcerazione preventiva: che cosa c'è nella riforma della giustizia di Nordio
Carlo Nordio prepara la sua riforma della giustizia. Ne scrive oggi in apertura il Foglio, partendo da 12 minuti inediti di un discorso del ministro a Londra a un evento organizzato da alcuni studenti della Lse. "L’audio dura dodici minuti e al centro del pensiero di Nordio c’è una novità sorprendente che il governo potrebbe mettere in campo alla fine di aprile sfidando le pulsioni securitarie della destra giustizialista che animano la maggioranza guidata da Giorgia Meloni. Il tema riguarda le carceri", scrive Claudio Cerasa.
A che cosa si riferisce? "Dice Nordio che è arrivato il momento di “limitare la carcerazione preventiva” e, in particolare, di “limitare al massimo le possibilità che una persona venga incarcerata prima di essere processata e condannata”. Ora, confida Nordio, il governo è pronto a individuare una novità “per limitare la possibilità che una persona venga incarcerata prima del processo, salvo casi di flagranza”", si legge su Il Foglio.
Scrive Cerasa che "Nordio, in sostanza, anticipa che il governo interverrà sulle attuali norme che regolano la carcerazione preventiva e lo dice senza girarci attorno: “La presunzione di innocenza si affievolisce quando il reato diventa flagrante, ma quando il reato non è in flagranza la limitazione della presunzione di innocenza va limitata al massimo”. E’ giunto il momento di ammettere, dice ancora Nordio, che “i detenuti non sono tutti uguali, così come i reati non sono tutti uguali"".
"Il succo del ragionamento del ministro non si limita però alla definizione delle pene alternative, ma passa da un’ambizione diversa: la trasformazione del nostro ordinamento", scrive il Foglio. La novità più concreta già nota secondo Il Foglio è che "a scegliere se dare l’ok alle richieste di arresto formulate dai pubblici ministeri non sarà più solo un giudice ma “un pool di sei giudici che dovranno essere in maggioranza per validare una carcerazione preventiva”.