Gli audio choc di Berlusconi saranno frecce all'arco di Giorgia Meloni
Non serve guardare troppo oltre per capire che le parole del Cavaliere potrebbero rivelarsi presto "fieno in cascina” per il nuovo Governo
La guerra evocata da Berlusconi offre due scenari: una tragica escalation militare o una tollerabile convivenza tra Russia ed Ucraina
Un colpo al cerchio, l’altro alla botte. Lo stuolo dei cronisti parlamentari bolla le dichiarazioni del Presidente Silvio Berlusconi (rese pubbliche da LaPresse) sulla guerra in Ucraina e sulla penuria di leadership in Europa e negli USA, come picconate al nascente Governo di Giorgia Meloni. E sicuramente certi sassi gettati nello stagno della politica occidentale, almeno all’apparenza, non agevoleranno il Quirinale né il futuro inquilino di Palazzo Chigi, sebbene, nella storia italiana, vi siano state prese di posizione anche assai più dure senza peraltro mettere a rischio o in discussione l'appartenenza dell'Italia alla EU e al Patto Atlantico.
Disturberanno, certamente, ma nulla di più. Anzi! In fondo la guerra evocata dal Cav. ha davanti a sé due scenari: una irresponsabile, tragica escalation militare fino alla deflagrazione mondiale oppure un più conveniente e responsabile (anche se nella guerra non c’è mai niente di responsabile) orizzonte di tregua in vista di una possibile tollerabile convivenza tra Russia ed Ucraina (anche perché, con gli attuali interpreti, una vera pace appare pressoché impossibile).
Al primo scenario, come per la situazione attuale, si addicono, assieme agli atti del Governo uscente ed ai pronunciamenti del Parlamento sempre votati da Forza Italia, le dichiarazioni della Premier in pectore rilasciate in queste ore: “L'Italia è a pieno titolo, e a testa alta, parte dell'Europa e dell'Alleanza atlantica”.
Mentre per il secondo scenario di tregua che molti analisti intravedono, nonostante tutto, all’orizzonte, le parole del fondatore di Forza Italia potrebbero rivelarsi persino utili al nascente Governo e riconsegnare all'Italia un ruolo di possibile mediazione. Del resto la precisazione di Berlusconi toglie ogni dubbio: “Farò di tutto per mantenere i rapporti tra Russia ed Europa”.
Un colpo al cerchio, l’altro alla botte! Ma forse non serve guardare neppure troppo lontano o troppo in alto (diplomaticamente parlando), per capire che le parole del senatore Berlusconi potrebbero rivelarsi prestissimo “fieno in cascina” per il nuovo Governo.
Nel momento del "disgelo"; dell'alleggerimento delle sanzioni (che ci sarà forse molto prima di quanto si pensi) e della ripresa degli scambi commerciali (gas in primis) con la Russia, l’Italia, seppur critica verso l’insensata “operazione speciale”, potrà far valere quel rapporto franco di amicizia (ed i veri amici sanno criticare anche aspramente quando serve) che non è mai venuto meno: né con Mosca, né con Washington verso cui l’Italia non ha lesinato critiche anche pesanti (caso Afganistan docet). Un colpo al cerchio, l'altro alla botte, appunto.