Governo, a che gioco si sta giocando? Tajani fa marcia indietro sul Mes

Nodo Mes, imbarazzo nella maggioranza. Lega spaccata e Forza Italia, ora, non è più convinta sull'utilità dello strumento

di redazione politica
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Mes, Tajani: "Ero favorevole prima del Recovery plan". Borghi (Lega): "Non lo voteremo mai"

È solo la confusione comunicativa dei partiti della maggioranza o c’è una strategia precisa dietro al Mes? È quello che si stanno chiedendo in molti dopo il caso riesploso qualche giorno fa con la lettera del Ministero dell’Economia e finanza che invitava il Parlamento alla ratifica del Meccanismo europeo di stabilità.

Affaritaliani.it, in un articolo di ieri, scriveva che l’iniziativa di Giancarlo Giorgetti, responsabile del dicastero di via Venti settembre, non può non essere frutto del lavorio del Quirinale che spinge affinché il trattato venga ratificato anche dal Parlamento italiano.

Meloni: "Votarlo ora fa male all'Italia"

Sul Mes "non ho cambiato idea. Penso che sia un errore portarlo in aula adesso, anche per chi è favorevole alla ratifica. Il Parlamento aveva votato", a maggioranza, "una mozione dove si chiedeva di non ratificare il Mes, a maggior ragione in attesa delle decisioni che riguardano il quadro complessivo della governance, che vuol dire legge di stabilità, unione bancaria, garanzia dei depositi. Chi oggi chiede di prendere questa decisione in questo momento non sta facendo un favore all'Italia". Così la Premier Giorgia Meloni, a margine dell'Europa Forum Wachau in Austria. "Indipendentemente dal merito spero che chi l'ha calendarizzarlo voglia riconsiderare questa decisione che non aiuta l'Italia in questo momento", ha aggiunto. 

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Ma le ultime dichiarazioni contrastanti del convinto europeista Antonio Tajani fanno domandare: a che gioco si sta giocando? Il ministro degli Esteri di Forza Italia ha dichiarato di non essere più convinto dello strumento del Mes.

“Ero favorevole prima che arrivasse il Recovery plan, ma se vogliamo essere veramente europeisti il regolamento attuale del Mes non pone alcun controllo, il Parlamento europeo e la Commissione europea non lo controllano. Il Mes ha di fatto gli stessi poteri che ha la Commissione e questo non va bene", ha specificato Tajani intervenendo ieri alla presentazione del progetto "Europa in Comune", presso le Corsie Sistine dell'ospedale Santo Spirito di Roma. Fatto sta che all'interno della maggioranza l'imbarazzo è evidente, come dimostrano le dichiarazioni del governatore leghista del Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, che ieri ha fatto trapelare le sue perplessità attraverso La Stampa: "L'ideologia ci ucciderà".

Mai è stato convinto, invece, Claudio Borghi, esponente di lungo corso nella Lega ed economista. "Si tratta di un parere ragionieristico, in alcuni punti molto formale, in altri con considerazioni di dubbia attinenza, in altri mancante di punti essenziali. Del tutto assente è la valutazione degli aspetti politici del Mes (condizionalità, rischi per i risparmiatori, rischi bancari) che giustamente devono essere lasciati alla Politica che si esprimerà in aula, sperabilmente sulle posizioni fin qui esposte che vedono tutti contrari tranne Pd, Iv e qualche voce isolata".

Così ha scritto il senatore della Lega Claudio Borghi, in una lunga analisi su Twitter del parere del capo di gabinetto del Ministero dell'Economia Stefano Varone, promettendo di non votare "mai una cosa del genere e sono convinto che altrettanto farà tutta la Lega, in coerenza con dodici anni di battaglie, unico partito che non votò il Mes nemmeno nella sua prima formulazione quando quasi nessuno aveva capito cosa fosse".

Borghi parte dal sottolineare che il parere del Mef "non canta nessuna lode" del Meccanismo europeo di sostenibilità è semplicemente totalmente fuori tema", e a suo dire la "prima spiegazione" è che "purtroppo l'Avv. Varone è... come dire... un avvocato!". Fra le obiezioni del senatore leghista, una riguarda gli effetti indiretti della ratifica del Mes, a suo dire "non calcolabili". "Non si è finito ancora adesso di fare i conti su quanto sia costata la crisi della Grecia, figurarsi per l'Italia - spiega -. In pratica si chiede quanto costa inserire una pallottola in più nella rivoltella della roulette russa". Per Borghi, poi, "la decisione di attivare il Mes non sarebbe nostra". "Se infatti una grande banca tedesca o francese dovesse essere in difficoltà, questi stati potrebbero decidere di mettere il costo 'sul conto del condominio' via Mes", sostiene il leghista, che garantisce di riferire "per le brevi a tutti i membri del Governo competenti per la questione".

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