Governo, Foti (FdI): "Al di fuori di questa maggioranza non ce ne sono altre"
Conti pubblici/ "A me interessano i dati reali e non le agenzie di rating". Intervista al capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera
Foti (FdI): "La Germania chiude a riccio le frontiere e poi finanzia le ong che recuperano migranti in mare da portare in altri Stati. La solidarietà con i confini altrui non è certo il massimo della coerenza"
"Sulla vicenda immigrazione devo dire che è abbastanza singolare il fatto di finanziare delle organizzazioni al fine di portare i migranti nei territori di altri Paesi". Così il capogruppo alla Camera di Fratelli d'Italia Tommaso Foti, intervistato da Affaritaliani.it, commenta l'atteggiamento del governo tedesco sul fronte del delicato dossier immigrazione. "Una posizione quella tedesca indubbiamente figlia della situazione politica di Scholz, che deve tener presente che i Verdi tedeschi hanno anche delle pretese. Lui ha questo problema e deve rispondere ai Verdi che sono nella sua coalizione. E anche per questo motivo si espone a prese di posizione abbastanza contraddittorie. La Germania chiude a riccio le frontiere e poi finanzia le ong che recuperano migranti in mare da portare in altri Stati. La solidarietà con i confini altrui non è certo il massimo della coerenza ed è evidente che questo atteggiamento provochi delle reazioni. Scholz - prosegue Foti - è preso tra due fuochi perché la Cdu-Csu ha alzato il tiro sul tema immigrazione arrivando a dire che comprende l'irritazione degli italiani per il fatto che la Germania sostenga le ong. E questo lo ha detto l'ex ministro delle Finanze tedesco Schäuble, oggi parlamentare della Cdu al Bundestag. Poi ci sono le imminente elezioni in Assia e in Baviera dove, stando ai sondaggi, non mi pare che il partito di Scholz, l'Spd, sia particolarmente brillante e sente il peso del probabile successo di chi ha cavalcato il tema dell'immigrazione, come i Liberi Elettori o i populisti di Afd".
Altro fronte aperto con la Germania è quello dei conti pubblici, del deficit e della riforma del Patto Ue. Foti anche qui è chiarissimo: "Sarebbe auspicabile che non si chiamasse più Patto di Stabilità. Bisogna dare sostanza alle cose, archiviando gli errori del passato. Ci vuole un patto che favorisca la crescita. Più che alla stabilità bisogna pensare alla crescita se vogliamo che l'Europa esca dalla crisi. La richiesta italiana è quella di scorporare gli investimenti dal calcolo del rapporto deficit-Pil. Solo con gli investimenti si può dare respiro alle economie dei Paesi dell'Ue e questa deve essere la strada maestra. Sicuramente poi si arriverà a un compromesso, ma non vogliamo che sia nel segno del rigore ma nel segno del realismo".
Teme il downgrade dell'Italia da parte delle agenzie di rating il prossimo 17 novembre? "Mi preoccupo solo quando le cose non vanno bene", risponde il presidente dei deputati di FdI. "Le agenzie di rating svolgono la loro funzione ma penso sia inutile commentarne attività e previsioni. A me interessano i dati reali e non le agenzie di rating. Ad esempio quello di ieri sull'occupazione è estremamente significativo: oltre 500mila persone in più hanno trovato un lavoro in un anno e possono provvedere a se stesse".
C'è chi parla di un piano dei poteri forti per far cadere il governo. E in caso di crisi, esecutivo tecnico o elezioni? "Parlo delle cose che esistono e non di quelle che non esistono. Qualcuno si diletta a disegnare scenari apocalittici, forse spera di vincere il Premio Nobel della dietrologia e della fantasia e dell'immaginazione legata al potere. Derubrico questo dibattito al troppo caldo estivo che ha prodotto effetti negativi. Ma una cosa è certa e voglio sottolinearla: al di fuori di questa maggioranza, non ci sono altre maggioranze", spiega Foti.
Luca Zaia, Governatore del Veneto, ha affermato di essere certo che il 2024 sarà l'anno dell'autonomia differenziata. E' così? "Come ha ribadito il presidente Meloni la riforma proseguirà senza stop. Non ci sono motivi per i quali questo obiettivo non debba essere raggiunto. La legge che deve disciplinare la norma dell'articolo 116 comma della Costituzione, approvata dalla sinistra con tre voti di scarto, è al Senato. A breve l'iter si concluderà e poi andrà alla Camera. La vera questione è quella di verificare se e quando saranno pronti e definiti nel dettaglio i LEP (livelli essenziali delle prestazioni, ndr). E' lì che si gioca tutta la partita. Dopodiché le singole intese con le regioni, coinvolgono il Parlamento e ne diamo atto al ministro Calderoli, ma saranno abbastanza veloci", conclude il capogruppo di Fratelli d'Italia a Montecitorio.