Governo, lite sul fisco: assist perfetto a Draghi per lasciare Chigi

Centrodestra killer dell'esecutivo, ma Letta non è pronto al voto. Il premier? L'unico a uscirne vincitore

di Paola Alagia
Mario Draghi mette la propria scheda elettorale nell'urna
Politica
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Incognita delega fiscale. Comunque finirà, lascerà cicatrici. E potrebbe diventare l’assist perfetto offerto dal centrodestra a Draghi per salire al Quirinale. Il premier ne uscirebbe bene, molto meno Salvini e in generale il centrodestra. Ma un voto anticipato sarebbe una grana anche in casa dem

Redde rationem o accordo di compromesso? Sulla delega fiscale domani qualcosa in più sapremo, dopo l’incontro di Matteo Salvini e Antonio Tajani con il presidente del Consiglio Mario Draghi.
In caso di mancata intesa, comunque, la pistola della fiducia sul provvedimento è già sul tavolo. Il premier nel corso della conferenza stampa seguita all’approvazione del Def, infatti, lo ha lasciato intendere: “Per il fisco stiamo considerando tutte le possibilità", ha detto.

Fiducia o no, tuttavia, il problema non è solo numerico per questa maggioranza che regge il governo emergenziale. La questione vera è che la compagine che appoggia l’esecutivo è ormai sempre più sfilacciata. Del resto, se persino un partito come Italia viva, da sempre sponsor di Draghi, finisce con l’alzare la voce sulla riforma della giustizia,  vuol dire che davvero il clima si sta surriscaldando.

Tornando alla delega fiscale, comunque, è vero che un accordo in corner potrebbe trovarsi nelle prossime ore. Un’intesa in grado di non scontentare nessuno e di permettere a tutti gli attori in campo, incluso il premier, di cantare vittoria. Ma è altrettanto vero che il nodo delle tasse rischia ugualmente di lasciare brutte cicatrici, non facili da rimarginare. In primis per il presidente del Consiglio, che già ha dovuto subire lo smacco dell’elezione del presidente della Repubblica, carica cui ambiva.

Non è un caso, infatti, che il rumor sulla legge di Bilancio anticipata a luglio per dare agio così all’ex presidente della Bce di dimettersi, come ha scritto Affaritaliani, continui a circolare. Al punto che viene da chiedersi: ma allora non è che al premier quasi convenga che un’intesa sul fisco non venga trovata? A ben guardare, quello che gli offrirebbero la Lega e Forza Italia sarebbe davvero l’assist perfetto per salire al Quirinale.


Draghi ne uscirebbe comunque bene, un po’ meno però Salvini (e in generale il centrodestra), che sarebbe additato come il colpevole, l’irresponsabile che ha provocato la caduta del governo. Insomma, tanta fatica per risalire la china dei sondaggi e ricominciare a competere alla pari con Fratelli d’Italia per poi subire gli effetti di una tempesta perfetta. Perché sarebbe questa la narrazione prevalente. Non a caso il segretario del Pd Enrico Letta già sta preparando il terreno. Appena ieri parlava di “atteggiamento irresponsabile e inaccettabile” da parte del centrodestra. Prima di innestare il colpo:Se va avanti così la destra si assume una grave responsabilità".
 

Se la fotografia è questa, paradossalmente adesso la Lega dovrebbe solo sperare di trovare qualche apertura a Palazzo Chigi. Non che allo stesso Pd, sia chiaro, un voto anticipato converrebbe. Il centrodestra, infatti, potrebbe uscirne ammaccato, ma è probabile che comunque riesca a salvare la faccia dell’unità alle urne. Più complesso il discorso per i dem, ancora alle prese con un campo largo che fatica a decollare. Insomma, se Atene piange, Sparta non ride. E, alla fine della fiera, l’unico ad uscirne indenne sarebbe proprio Draghi. Pronto a valutare l’approdo verso altri lidi, a cominciare dalla guida della Nato.
 

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