Economia
Gas, Draghi in Algeria con Di Maio: intesa per 9 mld di metri cubi all'anno
Il piano per l'affrancamento da Mosca: il premier, a breve, andrà anche in Angola e in Congo
Draghi ad Algeri con Di Maio: le mosse per cercare quanto "prima possibile" alternative valide al gas russo. Eni concorda con l'azienda petrolifica algerina Sonatrach l'aumento forniture gas da Algeria
Alla presenza del presidente della Repubblica algerino Abdelmadjid Tebboune e del presidente del Consiglio Mario Draghi, il presidente di Sonatrach, Toufik Hakkar, e l'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi hanno firmato oggi ad Algeri un accordo che consentirà a Eni di aumentare le quantità di gas trasportate attraverso il gasdotto TransMed/Enrico Mattei, nell'ambito dei contratti a lungo termine di fornitura di gas in essere con Sonatrach a partire dai prossimi mesi autunnali, confermando la forte cooperazione fra i paesi. Tale accordo utilizzerà le capacità disponibili di trasporto del gasdotto per garantire maggiore flessibilità di forniture energetiche, fornendo gradualmente volumi crescenti di gas a partire dal 2022, fino a 9 miliardi di metri cubi di gas all'anno nel 2023-24.
"Oggi in Algeria ho firmato con il mio omologo Lamamra l'accordo che ci permettera' di aumentare la cooperazione tra i nostri Paesi e le forniture di gas per l'Italia. Continuiamo a lavorare senza sosta per la sicurezza energetica del nostro Paese", in primo luogo di famiglie e imprese. Lo scrive su Twitter il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
L'intervento del premier Draghi ad Algeri
Il premier Mario Draghi vola oggi ad Algeri insieme al ministro degli Esteri Luigi Di Maio alla ricerca di una valida alternativa al gas russo di Vladimir Putin. L'obiettivo è quello di aumentare le forniture fino a 10 miliardi di metri cubi, in modo da ridurre quanto “prima possibile” la dipendenza energetica dell'Italia da Mosca.
Il presidente vola quindi nella capitale dell'Algeria nel quadro dell' offensiva diplomatica avviata dal governo già nei giorni immediatamente successivi allo scoppio del conflitto in Ucraina, con l'obiettivo di rafforzare gli accordi con il paese nord africano, incrementare l'approvvigionamento di gas per sostituire almeno in parte quello di provenienza russa ed evitare quindi di "finanziare la guerra di Putin". Una strategia che proseguirà nei prossimi mesi e che, secondo quanto si è appreso, porterà a breve il presidente del Consiglio a visitare Angola e Congo già entro la seconda metà di aprile.
Il programma di Draghi, che arriverà nella capitale algerina intorno alle 13,30, prevede una cerimonia formale di deposizione di una corona di fiori al Monumento del Martire, una serie di incontri con la comunità imprenditoriale italiana in Algeria, vari incontri istituzionali bilaterali e multilaterali, ma soprattutto il faccia a faccia con il presidente della Repubblica algerina, Abdelmajid Tebboune, con il quale il premier dovrebbe sottoscrivere una serie di accordi di natura politica con lo scopo di incrementare la cooperazione energetica tra i due paesi e investimenti nelle energie rinnovabili.
I due presidenti, si apprende, presenzieranno alla firma di una serie di accordi tra Eni e Sonatrach per consentire un maggior afflusso di gas algerino all'Italia attraverso il gasdotto TransMed che via Tunisia porta il metano a Mazara del Vallo, in Sicilia. Secondo quanto appreso dall'agenzia di stampa Nova, l'Algeria ha dato disponibilità per fornire all'Italia gas aggiunto nel breve, medio e lungo termine. La societa' algerina Sonatrach ha esportato circa 21 miliardi di metri cubi n Italia tramite il gasdotto TransMed nel 2021, lasciando spazio a una capacità potenziale di ulteriori 9 miliardi di metri cubi. Secondo dichiarazioni pubbliche dell'amministratore delegato di Sonatrach, Toufik Hakkar, l'azienda mira a raddoppiare la sua produzione di gas e petrolio entro 4 anni e ad investire 40 miliardi di dollari per la ricerca e la produzione entro il 2026.
L'analista economico algerino Hamza Boughadi ha spiega all'agenzia Nova che "i Paesi europei si stanno preparando al peggio e stanno cercando forniture energetiche alternative" al gas proveniente dalla Russia. Secondo l'analista arabo, "la visita del capo del governo italiano in Algeria, considerato come un emissario dei Paesi europei e il cliente numero uno dell'Algeria, in particolare per quanto concerne il gas, cercherà di garantire un aumento delle forniture per soddisfare le esigenze dei Paesi europei".
Con Draghi ci sarà anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. "Firmeremo un accordo importante sul gas che ci permetterà di fronteggiare gli eventuali ricatti russi sul gas", ha affermato ieri il titolare della Farnesina a Maddaloni, nel Casertano dove ha inaugurato un punto di ascolto della Croce Rossa per i profughi. Parole che hanno suscitato la reazione di Mosca: "Non è la Federazione Russa a ricattare l'Europa con il gas, ma piuttosto è l'Ue che ricatta la Russia con sanzioni e forniture di armi a Kiev", ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.
Di Maio è anche tornato ad auspicare una rapida conclusione del conflitto: "Solo la soluzione diplomatica può portare alla pace, ha spiegato, e per fare questo io credo che serva un grande coinvolgimento dell'Unione Europea che ha il dovere di promuovere tutte le azioni che servono con una grande conferenza di pace per arrivare prima al cessate il fuoco e poi dopo ad un accordo legato alle questioni che sono sul tavolo".
Sulla linea della diplomazia è anche Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 stelle: "La ferma condanna alla Russia e l'appoggio all'Ucraina non sono negoziabili. Il passaggio successivo - ha sottolineato - è la prospettiva che ci diamo, bisogna lavorare costantemente per una soluzione politica. Ritengo che occorra un disegno strategico da parte dell'Ue e della Nato".
Enrico Letta, segretario del Partito democratico, è intervenuto infine sulla reazione dell'Europa. "Credo che si sia comportata con una unita' molto maggiore di quanto ci si potesse aspettare. Sono state importanti la visita di Metsola e von der Leyen. L'Europa ha fatto una scelta di campo molto significativa: stare dalla parte degli oppressi. Ora dobbiamo chiederci quanto noi siamo disposti a pagare e mettere in campo misure compensative affinchè il dramma non diventi anche una terza recessione. Per fare questo c'è bisogno di un'intesa europea: qui sta il nocciolo della questione", ha affermato a Mezz'ora in piu'.