Grillo s’è dato una calmata perché non è più protetto legalmente

Le stelle sono stelle e il denaro è sempre il denaro

Di Giuseppe Vatinno
Politica

Qualche giorno fa, durante il ponte, Grillo è stato visto a Sampierdarena, zona industriale e popolosa, emblematica dello sviluppo tumultuoso di Genova degli anni ’70...

Beppe Grillo, da bravo genovese, ha un’unica stella polare: lo sgheo altro che mitopoiesi politica, altro che rivoluzione dell’Italia, altro che la via della Cina. La primavera è arrivata e il ventaccio gelido proveniente da Gibilterra si è trasformato in un gentile soffio rinfrescante che bacia la Città della Lanterna.

E qualche giorno fa, durante il ponte, Grillo è stato visto a Sampierdarena, zona industriale e popolosa, emblematica dello sviluppo tumultuoso di Genova degli anni ’70, ora nota perché ospita la Sampdoria, gloria locale della pedata.

Stava al bar a sorbirsi un amarazzo emolliente quando visti i giornalisti che lo avevano individuato ha fatto un mirabile zompo carpiato -da vero grillo- ed è scomparso tra le stradine polverose. Di lui non c’era più nulla, tranne una sulfurea nebbiolina dorata a galleggiare nell’aere. Peccato perché se si fosse acchiappato magari avrebbe potuto svelare un mistero.

Da qualche tempo, Grillo non esterna più. In passato ne aveva combinate delle belle, basta ricordare l’improvvido video in cui difendeva il figlio, con i capellacci anarchici e immedusati che lanciavano fiamme d’amore. Grillo è sempre al centro delle preoccupazioni di Giuseppe Conte, il trimurti che è riuscito ad essere nell’ordine: destro, sinistro ed infine centrista, nella manifestazione del suo ultimo avatar.

Ma dicevamo che le stelle sono sempre stelle, anche se solo Cinque, e quella di Grillo si chiama alfa sgheis, cioè il denaro. Due minacciose nubi si palesano sui villozzi titolati liguri, toscani e sardi: una si chiama scadenza del contratto da 300.000 euro annui per la collaborazione del garante al Movimento in funzione di “comunicatore”. Il rinnovo, si dice si mormora, sarebbe prossimo ma Grillo è uomo di denari e se non vede non crede. L’altro nuvolone è invece più etereo ma non per questo meno pericoloso per l’irascibile comico genovese. Si dice, si mormora, si sussurra che Grillo non sia più coperto da manleva legale per cause legate alla sua attività politica.

Infatti, nel 2018, il fondatore dei Cinque Stelle, proprio in prossimità delle elezioni vittoriosissime, aveva fatto un accordo in tal senso con Luigi Di Maio e da Davide Casaleggio, che allora erano buoni amici e rappresentavano il vertice del Movimento. Un accordo che lo mettesse al sicuro dai nemici che volevano la sua perdizione. Così lo scaltro Garante aveva dato il suo assenso all’utilizzo del simbolo del Movimento in cambio dell’usbergo legale.

Insomma un do ut des a fin di bene (il suo). Ora, a causa della legislatura conclusasi proprio grazie a Conte che fece cadere Draghi con una mozione sul termovalorizzatore romano, sembra che tale scudo legale sia venuto meno.

Ecco, si dicono i più accorti esegeti del pensatore genovese, perché il Maestro, l’Elevato degli Elevati, il Signore dell’Altrove se ne sta moscio e abbacchiato in un angolo del camerino. Non litiga più, non si incazza come una belva feroce, non sputazza più invettive contro i giornalisti, non molesta più i cittadini. S’è acquietato. Sembra un pecorello al pascolo.

Diranno gli improvvidi e i superficiali: s’è quietato perché ora lavora come comico ed ammorba l’Italia con un altro “spettacolo” che non fa più ridere nessuno e non vuole irretire ulteriormente i l pubblico pagante. Ma forse non è così. Magari Grillo, il genovese, s’è fatto un paio di conti della serva, come si suole dire, e siccome i 300.000 cucuzzi ancora non sono atterrati e la manleva latita, meglio starsene buoni.

È vero che lui è seguace del Santo giullare Francesco, come lo chiamava l’amico Dario Fo. Ma lo sgheo luccica e ammalia e qualcuno dice di aver visto Grillo a Sampierdarena che in un torrentello guardava perso l’acqua, come Gollum il Grigio ne Il Signore degli Anelli. Qualcuno lo ha sentito dire: “Il mio tesssssoro!” mentre si rigirava  estasiato un tallero di Maria Teresa.

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