Guerra, da Draghi a Sallusti: tutti difensori a oltranza di Usa e Zelensky

Prima la pandemia ora la guerra in Ucraina, in Italia dilaga il virus della rinocerontite: chi non si allinea al pensiero dominante, è un dissidente

l'opinione di Paolo Diodati
Politica
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Guerra Ucraina, noi italiani siamo visti da tutti come l'anello debole del nuovo schieramento patto d'acciaio anti-Putin

Dedico questo scritto a Ugo Mattei, Massimo Cacciari, Ermanno Bencivenga, Carlo Freccero, Luca Speciani, Erich Grimaldi, Nunzia Schilirò, Stefano Buzzer, Maurizio Belpietro e la sua orchestra e a tutti i resistenti alla  rinonceronite, me compreso.  

Dalle mie ricerche, risulta che in un solo posto al mondo è in corso la rappresentazione de Il rinoceronte, capolavoro di Eugene Ionesco contro il conformismo e la resilienza che spingono ad adeguarsi passivamente all'idea che diventa sempre più dominante. Quest'unico posto, dove sono in corso le repliche, è la fortezza di Brioni Minore, isola disabitata dell'arcipelago istriano Brioni.

Il rinoceronte è la prima opera di Ionesco che la regista Lenka Udovički ha deciso di portare in scena. E tale scelta molto difficilmente non è motivata dal periodo che abbiamo vissuto e che stiamo rivivendo.

La notizia delle recite l'ho scovata su La Voce del popolo, quotidiano italiano dell'Istria e del Quarnaro. Giornale che dimostra come si vive in zone che già ho citato tante volte per la brutalità della guerra, con eccessi come le foibe.

Zone diventate ora esemplari per coesistenza, in cui si garantisce il diritto di normale esistenza anche agli sconfitti. Esempio che dovrebbe indurre a fondamentali riflessioni tutti i difensori a oltranza di Zelensky, democratico innamorato degli USA, che non riconosce il diritto di esistenza agli ucraini di lingua russa. La pandemia di rinocerontite ha toccato in Italia punte di assurdità addirittura superiori a quelle inventate dalla fantasia di Ionesco.

Ne è un bell'esempio lo scambio epistolare tra Maurizio Belpietro e un lettore che, bontà sua, al contrario di tanti rinoceronti a dir loro interpreti della vera scienza, riconosceva il diritto di esistenza ai non rinoceronti, cioè ai non malati di rinocerontite.

Il generoso lettore, però, reclamava la sua libertà e il suo diritto di non incontrare persone non vaccinate, persone cioè che non avevano, nell'allegoria di Ionesco, un bel corno in fronte. Così faceva sua la posizione del cinico e sprezzante Burioni verso i non vaccinati (vedi la sua elegante esternazione sia linguistica che concettuale del 23 luglio 2021 "Propongo una colletta per pagare ai no-vax gli abbonamenti Netflix per quando dal 5 agosto saranno agli arresti domiciliari, chiusi in casa come sorci." Parole ricordate nello scritto dedicato al giovane Flavio La Gioia, morto dopo il vaccino (vedi editoriale del 20 agosto 2021).  

In un articolo a firma di Vanja Stoiljković, i conterranei del mio grande amico dalmata radiologo Armando Sala, sbarcato piccolino con i suoi a Pesaro, provenienti da Zara, hanno la fortuna di avere notizie della compagnia teatrale di  Lenka Udovički, della trama e del significato allegorico di quella che è forse la più chiaramente interpretabile del teatro dell'assurdo inventato da Ionesco.

Non vi annoio riassumendo la trama assurda nel linguaggio ma saggissima nel messaggio trasmesso, riguardante il conformismo, perché, per nostra grande sfortuna, dal 2019, grazie a Mattarella, Speranza, Conte I, Conte II, Draghi, Letta, col rinforzo dell'iniziale sacra quadrimurti di autonomitisi esperti, l'abbiamo vissuta direttamente sulla nostra pelle.

E ora eccoci a una ricaduta, proprio mentre la micidiale prima epidemia di rinocerontite da Covid svanisce in un caos di disposizioni assurde non inventate da un fantasioso scrittore per far ridere e riflettere, ma assurde perché figlie di assurde madri (le mascherine ai seggi, prima dichiarate obbligatorie, ora solo fortissimamente raccomandate, mentre anche Mattarella s'è stufato e, di fronte a una platea di mascherati, lui non la mette più). Una ricaduta ben più pericolosa del contagio da Covid.                                                     

Allora Speranza & C dichiaravano d'essere in guerra contro un virus che i veri esperti prevedevano diminuisse di pericolosità col tempo, grazie alle mutazioni. Questa volta l'attacco di rinocerontite ci ha spinti a una guerra vera, contro uomini veri e usando armi un po' più nocive dei vaccini sperimentali. 

Siamo alla ricaduta, grazie ai vecchi soliti nati e restati rinoceronti (Mattarella, Draghi, Letta) cui s'è aggiunta la rinocerontessa Giorgia, che ha abboccato al classico miraggio tiri-tera "Per portare la pace, facciamo la guerra", spinta anche da Crosetto (questa volta Conte, oltre a decidere saggiamente di opporsi alla politica Nato del governo, bene ha fatto ad esternare la "cattiveria" degli interessi di Crosetto nell' inviare armi). E la Giorgia, aspirante "dopo Draghi", come risponde alla "cattiveria"? Col suo modo classico "accetta e sbruffonerie", pieno di modestia: "Sono mediamente intelligente e non rispondo alle cretinate." 

Non è una cretinata affermare che Crosetto possa influire sulle sue decisioni. E non è una cretinata affermare che Crosetto possa vedere nella spedizione di armi un'opportunità di sviluppo nel settore in cui lavora. E, se Giorgia non fosse una decisionista poco riflessiva, risponderebbe immediatamente alla domanda di Padellaro: fino a quando inviare armi?            

                                            

Ai nomi ricordati come super-diffusori del virus della rinocerontite, veri e propri untori, pagati dalla politica dello stato, vanno aggiunti tantissimi rinoceronti radio-televisivi, del web e della carta stampata, che sono ancora più animaleschi, aggressivi e violenti dei normali rinoceronti pagati dallo stato. A differenza della malinconia che caratterizzava gli untori lebbrosi, quelli a cui spunta il micidiale corno diventando rinoceronti, si distinguono per la loro volgarissima aggressività. Esempio ormai scolastico, un certo Ri... Rirutta... Ricotta... no, mi correggono, Riotta!

Mi rimase impresso il suo lunghissimo corno (in certi esemplari come lui, arriva a un metro e mezzo, mentre le meno micidiali spade vanno dai 50 ai 90 cm!). Corno piazzato sulla fronte di una faccia barbuta e strafottente, prepotente, indisponente e col quale infilzava un inutilmente gentile, educato e incredulo Ugo Mattei.

Lo infilzava chiamandolo no-vax. lo smarrito giurista avrebbe voluto fare la dovuta distinzione tra no-vax puri, mai vaccinati e quelli contrari all'uso di vaccini ancora sperimentali, che dovrebbero essere chiamati no-vaccini sperimentali. Il rinoceronte non gli dava tregua, né tempo per fare la distinzione e continuava a chiamarlo no-vax, dando chiaramente al termine, tono e significato di "stronzo!". Allora al giurista scappò un'esclamazione logicamente fondata "bisognerebbe querelare chi usa a sproposito questo termine...". Povero giurista, donchisciottesco estimatore dei giudici ormai anche loro rinoceronti!

E il Rirutta, pardon Rirotta ... o come diavolo si chiama quel rinoceronte cafone, con aria ancora più di sfida: "No-vax! Ecco: ti dico no-vax! E tu, denunciami! Dai, denunciami, no-vax!" E questa volta "Brutto stronzo" si leggeva nello sguardo incredulo e rassegnato dell'inutilmente signorile giurista.

In questa seconda epidemia di rinocerontite, si distingue anche Alessandro Sallusti.  Il suo contagio, però, sospetto che sia di tipo voluto e simulato. Perché? Perché Libero, di cui è direttore da poco più di un anno e Il Giornale, di cui era prima direttore, sono danneggiati dalla continua ascesa nelle vendite dell'indiscutibilmente eccellente La Verità, orchestra diretta dal Maestro fuoriclasse Belpietro.

Che c'è di meglio del comportamento sgangherato di Sallusti per far contenti i rinoceronti attuali che incornano tutti i sospettati di avere dubbi sul comportamento dei due bisonti-rinoceronti Mattarella e Draghi? E cosa ci sarebbe di più redditizio in clamore e vendite d'una intervista, come sembrerebbe voglia richiedere, a Putin?

Purtroppo non c'è modo di suggerire a Putin la condizione che dovrebbe porre per concedere l'intervista: il superamento di un bell'esame di storia sugli ultimi 90 anni delle vicende ucraine. Esame serio con commissione di storici non infettati da rinocerontite ed eseguito poco prima dell'incontro, a sorpresa.

I nostri rinoceronti da salotto, tipo Sallusti, Ricotta, Formigli, Fazio, il barista Gramellini che vorrebbe avvelenare soprattutto Cacciari, coi suoi caffè imbevibili che lui crede di migliorare correggendoli spesso alla stricnina... e l'irriconoscibile Panebianco, neo rinoceronte di gran taglia (certi esemplari vanno dalle tre alle cinque tonnellate!) dei cui scritti mi sono nutrito per anni, spiegano con vari arzigogoli perché, tanto per cambiare, noi italiani, modestamente e tanto per cambiare, siamo visti da tutti come ... l'anello debole del nuovo schieramento patto d'acciaio, anti-Putin. 

Lascio all'irriconoscibile Panebianco l'arrampicamento su vetri coperti di strutto per fornirne le spiegazioni per i rinoceronti. Io, vista l'ammirazione che ho avuto sin da giovanissimo per Ionesco, mi avventurerò con successivo linguaggio apparentemente assurdo, nella spiegazione del perché l'Italia è vista come l'anello debole del patto d'acciaio "Morte a Putin a costo di Morte a tutti", perché, risottolineo, il punto cruciale l'ha fatto Antonio Padellaro: "Con Zelensky sì. Ma fino a quando?" L'Italia è davvero l'anello debole.  Ma tanto più debole, di quanto venga ritenuta e possa apparire ascoltando i suoi attuali capi.

Debole perché sono parecchi i naturalmente vaccinati contro la rinocerontite, per motivi culturali e propensione all'approfondimento dei problemi. Debole perché tanti altri hanno difese immunitarie acquisite in qualche pandemia simile precedente.

Ad esempio, non è vero che gli attuali contrari alla spedizione di armi all'Ucraina siano solo quelli che erano no-vaccini sperimentali. Sarebbe lunghissimo e noioso elencare i nomi dei più noti pro-vax che ora sono considerati filo-russi. Sarà rozzo e troppo semplicistico, ma tantissimi pro-vax, dopo aver avuto prove su prove dell'interesse delle case farmaceutiche a vendere comunque vaccini sperimentali, pensano che ora ci siano spinte a inviare armi legate a interessi per modernizzare gli arsenali militari. Per cui prima erano pro-vax e ora sono o sono tentati a essere contro l'invio di armi. E queste considerazioni vengono fatte in tutte le famiglie, gruppi, associazioni e schieramenti politici.

Poi c'è un incredibilmente alto numero di "paciosi del quieto vivere" i citatissimi resilienti del "vivi e lascia vivere" che, per quieto vivere, si adattano alla dittatura del pensiero unico. Se la dittatura vuole che ci si trasformi in rinoceronti, loro pur rimanendo pecorelle, si ficcano come fosse carnevale, un corno in fronte e recitano la parte del rinoceronte. 

Esempio esimio, che ho evidenziato in diverse occasioni, il nostro premio Nobel Giorgio Parisi, nel corso della prima rinocerontite. Ho dedicato al suo caso due articoli su Affaritaliani. Gli appartenenti a questo gruppo, con uno o due corni fasulli come nei balli in maschera, a proposito anche del loro uso delle museruole, costituiscono la famosa maggioranza silenziosa. Insieme a chi si dichiara no-vax e no-vaccini sperimentali, costituiscono certamente la maggioranza assoluta della popolazione che vorrebbe vivere tranquillamente senza aver problemi con le grane delle pandemie da rinocerontite. Il Ministro della Sanità, incoraggia la denuncia dei finti rinoceronti.

Siamo arrivati all'assurdo vero, ritenuto normale, di rinoceronti che rivendicavano la libertà di non incontrare un non rinoceronte (come nell'esempio ricordato della lettera a Belpietro) per non correre il rischio di perdere il corno per inoculazione del terribile dubbio. Insomma, mentre Ionesco descrive un'espansione naturale, dovuta al conformismo, della gente "cornuta", in Italia il famigerato trio Mattarella-Speranza-Draghi, ha di fatto imposto il corno a tutti, rendendo la vita impossibile ai non cornuti. Addirittura, sempre superando la fantasia di Ionesco, hanno licenziato chi non metteva il corno. Hanno discusso per due anni se rendere obbligatorio, per legge, un bel corno.

Hanno brevettato addirittura degli intrugli che facevano spuntare il corno della rinocerontite e quante più iniezioni si facevano, più uno diventava un rinoceronte di razza: "Sono ansioso di fare la terza dose".  Si sa che con un corno o due, le famose corna, si sta male. Ma è stata ed è lotta a chi parla di effetti collaterali pericolosi.

Gli psichiatri hanno incrementato i loro guadagni perché, elevando il livello sociale, aumentando il numero degli appartenenti al pansessualismo, aumentava il numero dei normali che si ritenevano così cornuti da credersi tori o rinoceronti bicorni e quindi venivano accusati di simulazione fraudolenta di sdoppiamento della personalità, caso più grave degli imbroglioni che si applicavano un finto corno. Questi addirittura parlavano di corna invisibili agli altri, perché invece d'essere piantate in fronte, erano piantate sul cuore o nell'anima.

Importante il compito dei filosofi di regime, per dare una struttura logica al comportamento di regime. E, alla Ionesco, hanno coniato i loro efficacissimi sillogismi: tutti i maiali sono mortali. Putin è mortale. Putin è un maiale. Tutti i macellai hanno due mani. Putin ha due mani. Putin è un macellaio.

Da tutte le fontane esce acqua più o meno fresca. Il Corsera è Fontana. Da Fontana esce acqua calda. E questa come sarebbe? Stona, non ha logica alla Ionesco! Sì, certo. Ma è la verità: Fontana ha fatto pubblicare l'elenco "segreto" di quelli che vanno in continuazione in tv a dire quello che pensano della guerra e non si presentano dicendo  che Putin sia un maiale e un macellaio. Quindi questo scoop è acqua calda che esce da Fontana! 

Dalla sollecitata attività di denuncia nascono le liste dei resistenti alla rinocerontite, applicando la logica del filosofo alla Ionesco: Putin dice che gl'italiani sono ignoranti e non conoscono la storia. 

Di Maio gli dà doppiamente ragione, mostrando che non conosce neanche la geografia, anche se ultimamente ha imparato un po' d'inglese e quando va all'estero, si presenta come Gigggi Of Maio. Of Maio viene pagato da Putin perché conferma la sua accusa. 

Berlusconi ama le barche. Putin ha le barche. Berlusconi ama Putin ma non può farlo vedere, per motivi elettorali. Tutti i putiniani parlano della complessità del problema ucraino. Giorgio Parisi ha preso il Nobel per gli studi sulla complessità. Parisi è un putiniano, pagato da Putin. Tutti i putiniani sono stupidi. Rirotta o come si chiama, è di sicuro stupido. Ricotta è putiniano pagato da Putin.

Putin è il diavolo in persona e puzza di zolfo. Il direttore del Corsera sta cambiando il nome della strada in via Zolferino. Corsera è putiniano, pagato da Putin, per dimostrare che in Italia siamo come Of Maio, a storia e geografia e così sfaticati da amare il pensiero unico. Con Presidenti di Regione come Bonaccini che, fischiato da lavoratori esasperati, malpagati e con lavoro incerto, ha intimato "Andate a lavorare, invece di star qui a fischiare!" Contestatori, ovviamente pagati da Putin! 

Conclusione: Berenger, il personaggio principale de Il Rinoceronte e Daisy la sua fidanzata, chiusi in casa come i sorci di Burioni, rimasti gli unici senza il corno, si giurano eterno amore.  Ma segue la drammatica trasformazione anche di Daisy che si ritrova col suo bel corno per infilzare proprio il suo ex-grande amore, unico non rinoceronte e a sua portata di incornata.  Berenger, rimasto l'unico umano, ha una grossa crisi in cui pensa d'essere in realtà ancora più brutto dei rinoceronti. Ma la supera e decide di iniziare, da solo, la resistenza. 

Come  Mattei, con il Comitato di Liberazione Nazionale.  Per fortuna, il nostro eroico e signorile giurista, non è solo. Anzi!  I non infettati sono rimasti in tantissimi e in tutte le fazioni. I guariti aumentano a vista d'occhio.  Credo che Ricotta faccia guarire tantissi   mi, ogni volta che parla. E Putin non ci risulta (dagli elenchi) che lo paghi. Dovrà guardarsi dai servizi del sonnambulo guerrafondaio Biden. Finiamo alla Ionesco, rispondendo anche al fondamentale quesito di Padellaro: "D'accordo con Zelinsky. Ma fino a quando?" Tutti gli attori hanno un regista e un produttore. Zelensky è un attore. Zelensky ha un regista e un produttore.

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